CRISI EUROPEA O EUROPA IN CRISI ?

Nella serata del 22 giugno si è svolta nell’ambio della Festa dell’Unità di Roma a Caracalla, un dibattito sull’Europa e sulla crisi promossa dai Giovani Democratici. Il dibattito, coordinato da Paolo ACUNZO (Vice Seg. naz. MFE) è stato introdotto da Francesco BONAZZI (Seg. GD Aurelio) che ha spiegato la necessità di affrontare con un grande pubblico temi europei in un momento talmente complicato come questo. Ha affermato di come la destra governi il 90% degli stati membri attuando politiche di austerità che stanno affondando sempre più l’Europa. Inoltre c’è un deficit democratico nella stessa Europa, poichè i cittadini fino ad ora non hanno ancora avuto la possibilità di eleggere il Presidente della Commissione Europea. L’Europa funzionerebbe bene se tutti gli stati collaborassero tra loro, non solo dal punto di vista della moneta, ma anche dal punto di vista della politica e dell’economia (che in sintesi significa Stati Uniti d’Europa) e se cominciassero a capire che salvandola Grecia aiutano anche se stessi dati i rapporti economici che tutti gli stati hanno conla Grecia stessa. Ha terminato il suo intervento augurandosi altre vittorie in Europa da parte dei progressisti (dopo quella di Hollande) nella speranza che potranno essere portatori di modifica e di rinnovamento delle istituzioni europee.

Lucio LEVI (Pres. naz. MFE) ha iniziato il suo intervento compiacendosi di parlare di fronte ai tanti giovani che erano presenti al dibattito. Ha fatto una breve analisi del vertice Europeo svoltosi a Roma lo stesso giorno tra Merkel, Monti, Hollande e Rajoi, vertice nel quale sono state affrontate questioni che i Federalisti Europei affrontano da tempo come la crescita e lo sviluppo. Nel suo intervento ha fatto emergere con chiarezza la necessità degli Stati uniti d’Europa e di nuove istituzioni internazionali per uscire dalla crisi, come ad esempio un ministro delle finanze unico per l’Europa, che sappia dettare politiche per tutti gli Stati. In tal senso i federalisti hanno già proposto una Iniziativa dei Cittadini Europei per “un Piano di sviluppo sostenibile” quale strategia per uscire dalla crisi. Ciò sarà possibile solo raddoppiando il bilancio Europeo passando dall’ 1 al 2% del Pil, con la tassa sulle transazioni finanziarie (per far pagare la crisi a chi la crisi l’ha creata), la carbon tax (tassa sull’emissione del monossido di carbonio) eurobond(condivisione di un debito europeo e la possibilità di titoli di stato europei) e euro-projectbond(per finanziare la costruzione di ponti, strade e simili), unitamente all’istituzione di un reale governo europeo dell’economia.

Sandro GOZI (Deputato PD) ha affermato di come si debba cambiare il modo di fare politica nel nostro paese poichè fino ad ora è rimasta nei confini nazionali. Quindi l’obiettivo che si deve raggiungere è l’europeizzazione della politica italiana, dei partiti e del PD in particolar modo. Europeizzazione significa trasmettere il messaggio ai cittadini italiani che parlare d’Europa non deve essere più considerato politica estera ma politica interna. L’Europa siamo noi e la viviamo tutti i giorni e non è la causa dei nostri mali come alcuni pensano. Non possiamo uscire dall’Europa e dall’euro come vorrebbero Grillo e Berlusconi, poiché avrebbe degli effetti devastanti sul nostro paese. Il PD deve fare proprio la battaglia per gli Stati Uniti d’Europa e per la costruzione di Partiti politici Europei, cercando e alleandosi con chi vuole questi obiettivi per raggiungerli più facilmente.La Franciastoricamente si è sempre opposta alla Federazione Europea, basti pensare che nel 2005 la maggior parte dei francesi ha votato contro la possibilità di una costituzione Europea, adesso con Hollande le cose potrebbero cambiare anche se non ha mai fatto esplicito riferimento agli Stati Uniti d’Europa. Il 2014 (anno di elezione del parlamento europeo) è un ulteriore tappa di avvicinamento verso questa meta sperando di poter arrivare ad eleggere il Presidente della Commissione Europea e sarebbe poi meraviglioso se nel 2018 (a cent’anni dalla fine del I° conflitto mondiale) si potesse proporre ai cittadini europei un trattato che istituissero gli Stati Uniti d’Europa.

Roberto DI GIOVAN PAOLO (Senatore PD) ha evidenziato come la crisi oltre ad avere effetti negativi , ha portato la gente comune a parlare di Europa e a rendersi conto dell’esistenza della stessa e ha sottolineato come nel PD sia molto sentita la necessità di una nuova Europa più solidale e democratica . Ha ribadito di come la crisi sia sistemica, cioè coinvolga tutti gli stati e dove bastano anche le difficoltà di un solo stato per far saltare tutto (ce ne stiamo accorgendo conla Grecia). Ha poi specificato come non tutte le crisi siano della stessa natura facendo due esempi come quella dellala Greciasia differente da quella dell’Irlanda. La crisi greca è si una crisi economica, ma anche una crisi politica di uno stato più arretrato, mentre quella dell’Irlanda, uno stato moderno, è più una crisi di mercato. Il Senatore ha precisato che si uscirà dalla crisi prima o poi, ma se non cambiano le regole del mercato ci saranno ancora speculatori e scommettitori per il default di vari paesi.

Dopo aver dato la parola ad alcuni interventi dal pubblico, Paolo ACUNZO ha fatto notare come sia sempre più valida la classica divisione tra progressisti e conservatori menzionata nel Manifesto di Ventotene e come sia urgente che tutte quelle forze che si professano progressiste si coalizzino al più presto nella battaglia per il varo di una Costituzione Federale europea.

Infine Lucio LEVI nelle sue conclusioni si è mostrato molto soddisfatto del dibattito, ma ha anche notato di come ci sia ancora molta strada da fare se si vogliono raggiungere i tanto agognati Stati Uniti d’Europa, e questa strada dovrà essere lastricata da obiettivi concreti che parlino direttamente ai cittadini come ad esempio il varo di un piano europeo di sviluppo sostenibile in grado di far uscire l’Europa dall’attuale crisi prima che sia troppo tardi.

Massimo Minnetti

Resp. Uff. Comunicazione

MFE Roma

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