IL FALSO OBIETTIVO DEI MINI-ESERCITI REGIONALI NELLA PROPOSTA DELLA LEGA

Dichiarazione del Movimento Federalista Europeo

Lo scorso 15 marzo la Lega ha presentato una proposta di legge, rilanciata in questi giorni dalle agenzie di stampa, che prevede di mettere a disposizione delle regiioni uno “strumento agile e flessibile che possa essere impiegato a richiesta degli esecutivi regionali per far fronte alle situazioni che esigono l’attivazione del sistema di Protezione civile. L’importazione nel nostro ordinamento dell’Istituto della Guardia Nazionale permetterebbe di assicurare il soddisfacimento di queste esigenze liberando i reparti operativi delle Forze Armate da compiti di presidio del territorio dei quali sono talvolta impropriamente gravati e predisponendo uno strumento utilizzabile all’occorrenza quando il moltiplicarsi degli interventi all’estero riduca, ad esempio, le risorse organiche disponibili in patria”.

In concreto la Lega propone di creare tanti mini-eserciti regionali composti da cittadini italiani volontari, ex militari; di formare battaglioni regionali di mille uomini e donne con uniformi identiche a quelle dell’esercito, con in più un distintivo riconducibile alla specifica regione, e con a disposizione un’arma come i carabinieri; di nominare ufficiali che dovrebbero rispondere direttamente ai presidenti delle Regioni.

A questo proposito il Movimento Federalista Europeo osserva che se si vuole davvero potenziare il sistema di Protezione civile non serve allestire più strutture paramilitari regionali, bensì occorre rilanciare il progetto di organizzare un servizio civile per tutti i cittadini, obbligatorio almeno per un breve periodo della loro vita, da affiancare sia alle strutture già esistenti, sia ad altre che vadano al di là degli impieghi pensati tradizionalmente, per la gestione del territorio, dei servizi socio-sanitari, della tutela dell’ambiente e dei beni artistici e cultur ali. D’altra parte, se si vuole davvero affrontare il problema della sicurezza e della difesa, occorrerebbe trasferire la sovranità militare dal livello nazionale a quello europeo e articolare le competenze relative alla sicurezza e all’ordine pubblico su diversi livelli di governo, da quello locale a quello europeo.

L’iniziativa della Lega non serve dunque per affrontare seriamente né le sfide poste dalla protezione civile né quelle della sicurezza ma, qualora avesse successo, creerebbero le premesse per la balcanizzazione dell’Italia e per l’emarginazione delle sue regioni dall’Europa.

Nel denunciare questo pericolo, il MFE fa appello a tutte le forze politiche, sociali e morali del paese affinché l’Italia non imbocchi questa strada e ricorda che non c’è un futuro federale per l’Italia al di fuori del rilancio del progetto federale europeo. Per questo il MFE invita tutte queste forze ad unirsi per mobilitare l’opinione pubblica sul terreno del rilancio del ruolo dell’Italia per unire politicamente l’Europa, nel solco della tradizione storica risorgimentale, che vide Giuseppe Mazzini, Giuseppe Garibaldi e Carlo Cattaneo impegnati nello stesso tempo per l’unità italiana e per l’unità europea; e nel solco del federalismo europeo propugnato dopo la fine della seconda guerra mondiale da Luigi Einaudi, Alcide De Gasperi e Altiero Spinelli, che instancabilmente si batterono per realizzare la federazione europea e promuovere un ruolo di pace e giustizia dell’Europa nel mondo.

 

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