partecipazione

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L’MFE ha partecipato alla manifestazione Primo Marzo Sciopero degli Stranieri, evento organizzato dal  Comitato Primo Marzo per  esprimere la volontà, anche quest’anno, di dire No al razzismo e allo sfruttamento sul lavoro e Sì ad un’Italia multiculturale e arcobaleno.

Primo Marzo 2011 - sciopero degli straineri

Manifestazione Primo Marzo 2011 Sciopero degli stranieri

Per info e approfondimenti:

http://www.primomarzo2011.it/

O sulla pagina  Facebook

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di Stefano Pietrosanti

Volenti o nolenti siamo una democrazia che riconosce come principale fonte di partecipazione e scambio tra società civile e organismi democratici i partiti. Questi partiti, nella grande maggioranza, sono organizzati in modo da avere al loro interno movimenti giovanili che formino ed educhino alla vita pubblica e alla copertura delle pubbliche funzioni i loro militanti.

Per queste organizzazioni, passa anche un grandissimo numero di persone che limiteranno il loro impegno politico attivo a quella particolare esperienza e che da quella particolare esperienza trarranno la buona parte delle loro conclusioni su cos’è la politica in genere, è quindi evidente l’interesse generale per tutto ciò, un interesse che trascende largamente quello di qualsiasi partito verso i suoi militanti.

Voglio richiamare questo fatto per ricordare ai cittadini qui presenti il loro ruolo fondamentale nel funzionamento dello stato democratico e liberale. Un ruolo che va molto al di là del dirsi che la politica è bella, un ruolo che indica almeno l’impegno nella ricerca di azioni pratiche da intraprendere.

Ho fatto parte di una giovanile di partito per tre anni e dal ricordo di quel periodo posso dire di aver vissuto una buona educazione alla democrazia, ma di aver constatato con altrettanta forza la mancanza di identificabili orizzonti d’impegno politico. Una mancanza che credo di non essere il solo ad aver notato e il cui portato sui ragazzi che crescono nei partiti è o una mera accettazione di dati di fatto, in cui la parola e il pensiero – basi fondamentali dell’ordinamento in cui viviamo – vengono ridotti a chiacchiere, o a quel barcollare del pensiero che è l’inversione tra l’azione e la dimensione ideale in cui l’azione si svolge.

Quando ho avuto modo di accorgermi di questo, ho avuto un’ulteriore fortuna, quella di incontrare l’Europa come idea. Quando l’ho “vista”, ho visto anche come ci fosse ancora almeno un orizzonte ideale per chi, in Europa, voglia vivere la sua vita pubblica in una dimensione di impegno politico: l’Europa stessa. Non è vero che l’inutilizzabilità conclamata dei sogni del novecento nel mondo di oggi ci costringa a rinunciare a qualsiasi sogno. Si ripropongono sogni precedenti su una scala più grande: oggi l’uomo impegnato in politica compie il suo scopo se comprende che è di nuovo l’uomo che deve forgiare uno spazio d’azione politico non ancora nato. Che lo è come lo erano i patrioti della Primavera dei Popoli, con in più la coscienza dei loro errori.

Questo voglio mostrare: la possibilità per i partiti di dare una dimensione ideale coerente ai propri militanti, la dimensione ideale della costruzione di un nuovo stato dove attuare effettivamente la democrazia come possibilità di scelta tra alternative reali e questo spazio può essere, per un Europeo, solo l’Europa. Nel concreto si potrebbe pensare a un Scuola Europea di Politica, che nasca in Italia con una serie di incontri itineranti per il territorio nazionale, rivolta ai tesserati delle giovanili di partito, che coinvolga come docenti personalità europee di primo livello che abbiano chiara la dimensione continentale della politica, trasmettendo ai giovani militanti conoscenze pratico-istituzionali spendibili nella partecipazione alla vita pubblica comunitaria, ma soprattutto l’esistenza dell’Europa, della sua possibilità di integrazione federale, come orizzonte ideale in cui vivere il proprio impegno di militanza, un orizzonte ideale che possa essere vissuto senza sensi di colpa, senza continui distinguo, con la purezza della novità.

Se di successo, e debitamente espansa tramite il livello dei Partiti Europei, una simile esperienza potrebbe essere un mattone fondamentale nella costruzione della società civile continentale e un innegabile merito politico per il partito che abbia il coraggio di fare il primo passo.

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Convenzione dei cittadini europei

Proseguono i lavori della Convenzione dei Cittadini Europei

Nell’ambito della Convenzione dei Cittadini Europei sui diritti collettivi e beni comuni, gli incontri di studio programmati per il 2011 sono i seguenti:

1. Il significato di “beni comuni” (giovedì 20 gennaio 2011, ore 14,30 -19)*

Negli ultimi tempi è emersa come questione cruciale per il futuro dell’umanità quella dei “beni comuni”: aria, acqua, clima, conoscenza, cultura e beni culturali, orbite satellitari, bande dell’etere, risorse minerarie dei fondi marini, biodiversità, ecc. Oggi la crisi economico-finanziaria manifesta una potenza distruttiva ma anche un potenziale di cambiamento che si riverberano entrambi direttamente sulla problematica dei “beni comuni” Del resto, se la crisi non è un incidente di percorso ma è crisi strutturale di un intero modello di sviluppo che con essa deflagra, solo i “beni comuni” potranno operare come bussola per il veicolamento produttivo degli avanzamenti della scienza e della tecnica, gli investimenti di lungo termine, la gamma di azioni richieste dalla messa in opera di un nuovo modello di sviluppo. La costruzione di un quadro di carattere generale sulle definizioni e sugli orientamenti del dibattito intorno ai “beni comuni”, materiali e immateriali, mostra che la produzione e riproduzione di questi beni, essenziali per l’ordine sociale, pone in questione l’intero assetto istituzionale e informale delle società: il rapporto con i “beni pubblici”, diritto naturale e diritto positivo, condizioni di produzione,  condizioni di escludibilità-rivalità. Non a caso le stesse costituzioni moderne mettono al loro centro la problematica dei “beni comuni”. I “beni comuni” rimandano alla questione del “legame sociale” e dell’erosione delle basi morali della società, incorporano il potenziale dello “sviluppo umano”, ripropongono interrogativi sui limiti della mercificazione e del primato del mercato. Occorre capire perché i conflitti globali riguardino oggi così intensamente i “beni comuni”, naturali e culturali, artificiali e virtuali. In gioco sono diritti fondamentali, costituzioni, contratto sociale, governance, qualità e dignità della vita umana e sociale

Relazioni: Carlo Donolo,  Maurizio Franzini,  Stefano Rodotà
Discussione
Coordina:  Laura Pennacchi

* Il primo incontro a carattere “introduttivo” non prevede il  “focus”.

2. La scoperta dei “beni comuni”(giovedì 24 febbraio 2011, ore 14,30 -19)

In quanto presupposti indispensabili della vita e della società umane i “beni comuni” sono sempre esistiti, ma non sempre si è avuta coscienza della loro essenza che risiede in primo luogo nell’essere “il limite” senza il quale si compie la “tragedia”. Mentre nelle società tradizionali questa coscienza era sancita religiosamente, nelle società moderne il limite è stato via via spostato per divenire infine evanescente sotto la spinta del meccanismo della crescita illimitata, trasformando il rischio cui sono esposti i beni comuni in un rischio sistematico, inerente cioè al sistema e al processo sociale. Il moderno paradigma asociale dell’homo oeconomicus ha sequestrato l’umana semantica del “bene”  nei ristretti confini della valorizzazione economica, della trasformazione di ogni aspetto della vita in oggetto della tecnica e della razionalità economica. Dal punto di vista analitico, la “scoperta” o la “riscoperta” dei beni comuni, ovvero una loro distinzione concettuale, si data ai primi studi di Garret Hardin (The Tragedy of the Commons in “Science”, 1968) che hanno avviato il dibattito contemporaneo, tuttavia ci sono numerosi e illustri antecedenti che si possono far risalire almeno fino alle idee di Hobbes sulla natura dell’ordine sociale. Un lungo itinerario nella storia dei saperi (filosofici, giuridici, economici, sociologici, politologici) che si arricchisce in corrispondenza con l’odierno incessante aggiornamento del dizionario dei “beni comuni”, materiali e immateriali, e della complessità dei loro nessi. La “scoperta” dei beni comuni ripropone, ad esempio, tutti i problemi classici delle costituzioni moderne, dalla questione del potere legittimo, a quello della cittadinanza, dai diritti dell’uomo e del cittadino alla loro estensione globale. La riflessione intorno ai  fondamenti culturali e ai paradigmi ermeneutici si propone oggi come costituiva  per la concettualizazione e l’analisi dei “beni comuni”.

Relazioni: Giacomo Marramao, Elena Pulcini
Focus: Alessandro Montebugnoli, “I nuovi orientamenti del capitale finanziario”
Discussione
Coordina: Gabriella Turnaturi

3. La tragedia dei “beni comuni” (giovedì 24 marzo 2011, ore 14,30-19)

Il tema dei “beni comuni” si è imposto nel dibattito pubblico nel momento stesso in cui si è presa coscienza della crescente violazione ed esauribilità di risorse vitali per la sopravvivenza delle generazioni viventi e future, dalla più evidente “tragedia” della  mercificazione ed esauribilità delle risorse naturali alla “tragedia” dei diritti collettivi negati. La crisi ambientale ha rappresentato il primo e fondamentale stimolo a elaborare la nozione di “bene comune”, in quanto tale sottratto alle logiche patrimoniali e di mercato che storicamente hanno condotto allo sfruttamento indiscriminato e alla devastazione delle risorse naturali e che ora, sotto le spoglie di una “valorizzazione” capace di “preservarle”, ne legittimano la privatizzazione. L’acqua, l’aria, il clima, la biodiversità sono diventati “beni comuni fondamentali” quando la parabola ottimistica dell’attuale modello di sviluppo è giunta a compimento, mostrando il “tragico” destino degli equilibri ecologici del pianeta. Oggi che le scarsità principali riguardano tempo, compagnia, comunità, la “tragedia dei commons” non ci appare più quella che ci è stata raccontata. Il problema della giustizia ambientale, del diritto all’accesso e al godimento universali di beni essenziali alla vita, chiama in causa le stesse basi morali e materiali della democrazia, la logica individualistica dei diritti e la dimensione nazionale della rappresentanza, quindi il senso di appartenenza comunitaria e di equità sociale e intergenerazionale, le politiche di tutela, offerta e redistribuzione delle risorse naturali e della ricchezza da loro derivante, la questione di un governo globale dei poteri economici sovranazionali.

Relazioni: Piero Bevilacqua, Luigi Ferrajoli
Focus: Ugo Mattei, “L’acqua e le privatizzazioni”
Discussione
Coordina: Catia Papa

4. La conoscenza come “bene comune” (giovedì 14 aprile 2011, ore 14,30-19)

La conoscenza è il principale motore delle moderne società il cui sviluppo dipende largamente dalla formazione, dalla ricerca, dalla diffusione dei saperi creativi e innovativi. La conoscenza è dunque una risorsa da condividere ed è un “bene comune” proprio in quanto costituisce un patrimonio collettivo soggetto a fenomeni di depauperamento e di esclusione. Nella società della conoscenza, in cui strumenti tecnologici sempre più potenti sembrano garantire infinite possibilità di trasmissione e di condivisione dei saperi, aumentano in modo preoccupante le forme di limitazione o di esclusione nell’accesso alle risorse. Norme sempre più restrittive sulla proprietà intellettuale, (cultural) digital divide, sovraccarichi cognitivi per eccessivi flussi di informazione, mancanza di risorse, sono solo alcuni dei  fattori che mettono a rischio lo stesso carattere di bene comune della conoscenza. La sua “sostenibilità”, la garanzia cioè di preservare e amplificare un sistema ecologico-sociale della conoscenza “utile”, comporta la definizione e la condivisione di nuove regole non più esclusivamente basate su modello della competizione e sulla valorizzazione economica. È necessario dunque ripensare la questione della proprietà intellettuale, il copyright, i brevetti; così come il ruolo svolto dalle infrastrutture e dalle istituzioni della conoscenza (scuole, università, biblioteche, archivi…), le forme di creazione, condivisione e conservazione digitale dei saperi. Garantire l’accesso alla conoscenza e la sua diffusione globale è una delle principali sfide a cui è chiamata oggi la democrazia.

Relazioni: Enzo Rullani, Giovanna Grignaffini
Focus: Fiorello Cortiana, “Internet e open source”
Discussione
Coordina:  Giancarlo Monina

5. Governare i “beni comuni” (giovedì 19 maggio 2011, ore 14,30-19)

Interrogarsi sulle istituzioni per i beni comuni significa risalire al contratto, il diritto privato, il diritto pubblico, la tassazione e gli altri tipi di risorse, l’impresa pubblica, l’impresa privata, l’impresa cooperativa. Significa anche riproporsi interrogativi sul rapporto tra “giusto” e “bene”, sui rapporti tra etica della giustizia e altre etiche, per esempio etica della “responsabilità” ed etica della “cura”. I “beni comuni” non pongono solo questioni di giustizia redistributiva ma anche di giustizia allocativa: l’asimmetria nell’accesso a beni essenziali, infatti, implica un’impasse del processo democratico e l’“incapacitazione” (la lesione delle capacità fondamentali) dei gruppi marginalizzati. Più specificamente: quale mix di politiche strutturali e di redistribuzione è richiesto dai “beni comuni”? Quale posto dare al paradigma delle “capacità” di Sen o a ipotesi di trasferimenti monetari generalizzati (tipo il “reddito di cittadinanza”, a cui molti sostengono si debba preferire il “lavoro di cittadinanza”)? Quali possono essere i vantaggi comparati delle diverse forme di impresa anche con riferimento alla rappresentanza e alla partecipazione dei diversi stakeholders? Ancora, come tenere conto, anche sul piano del disegno istituzionale, delle responsabilità nei confronti delle generazioni future? Infine, anche se solo a scopo esemplificativo, quali nuove sfide il governo dei beni comuni pone in termini di giustizia globale?

Relazioni: Edoardo Reviglio, Maria Rosaria Ferrarese
Focus: Giuliano Poletti, “La cooperativa di comunità come bene comune”
Discussione
Coordina:  Chiara Giorgi

6. “Beni comuni” e democrazia* (giovedì 23 giugno  2011, ore14,30-19)

Il mondo globale presenta caratteristiche a buon diritto definibili paradossali. Primo paradosso: la distribuzione dei redditi. Negli Usa, ad esempio, i dati disponibili ci dicono che, al netto della crisi, la reaganomics (egemone anche sui clintoniani) ce l’ha fatta a rimettere le lancette indietro di oltre 80 anni, riportando la geografia sociale dell’America a prima della Grande Depressione. I 300.000 americani più ricchi dichiarano un reddito pari a quello cumulato dai 150 milioni di statunitensi più poveri. Ciò significa che l’un per mille in cima alla scala dei redditi incassa quanto il 50% che sta in basso. Una disparità così non la si vedeva dal 1928. Non sbaglia dunque chi auspica un nuovo New Deal mondiale che, come accadde nel secondo dopoguerra, ancori la diffusione dei valori immateriali della libertà e della democrazia a concreti meccanismi di contenimento delle più eclatanti ingiustizie economiche. Con una importante differenza. Oggi è Internet il vero Palazzo di Vetro in cui far risuonare parole d’ordine capaci di colpire cuore e mente dei cittadini del mondo. Niente di questa realtà è scontato. La storia ci insegna che conoscenza e libertà non sono beni uguali alla terra e all’acqua, capaci di sopravvivere al regime di proprietà privata, bensì beni relazionali, che traggono cioè valore dall’arricchire le relazioni tra gli umani. A questo si allude quando si parla di effetto-rete: ogni nuovo ingresso arricchisce il tessuto connettivo, rendendo  più conveniente la partecipazione e così attirando nuovi membri. Come tutti i fenomeni nuovi, esso richiede nuove elaborazioni, oltre l’universalismo delle nostre pur venerabili Carte dei diritti. Nella società della conoscenza la sfera pubblica si ridefinisce, così come la cittadinanza territoriale e deterritorializzata, mentre emergono nuove forme di appartenenza e si affermano nuovi processi di democrazia deliberativa.

Relazioni: Luigi Bobbio, Nadia Urbinati, Pietro Costa
Discussione
Coordina: Gabriella Bonacchi

* L’ultimo incontro a carattere “conclusivo” non prevede il  “focus”.

Per informazioni, approfondimenti e adesioni:

www.diritticollettivi.eu

info@diritticollettivi.eu

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di Ines Caloisi

La convenzione di giugno procede con aggiornamenti visionabili sul sito www.diritticollettivi.eu.

Il 2011 in tal senso rappresenta l’anno del rilancio di tutte le tematiche presenti nel quaderno di proposta e protesta risultato della consultazione di Giugno 2010. L’MFE infatti si propone di organizzare 4 convenzioni che toccheranno i temi della governance economica, della pace, della democrazia politica, della solidarietà, della salute, dell’ immigrazione e della cittadinanza. Verranno organizzate iniziative e seminari tematici.

Le associazioni che si occupano di questi temi sono invitate a collaborare ed a partecipare alle riunioni che pian piano verranno organizzate.

Il responsabile del progetto è Pier Virgilio Dastoli e Ines Caloisi (Mfe Roma) coordina l’iniziativa.

Coloro che sono interessati sono invitati ad iscriversi al sito e/o inviare una mail a info@diritticollettivi.eu e a ines.caloisi@fastwebnet.it e a visionare il sito www.diritticollettivi.eu dove verranno pubblicati gli aggiornamenti.

 

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Martedì 11 gennaio 2011 – Assemblea Pre-congressuale

Martedì 11 gennaio, si terrà un primo incontro in vista del prossimo Congresso nazionale del MFE (che avrà luogo a Gorizia dal 11 al 13 Marzo 2011). Iscritti e simpatizzanti sono invitati a partecipare alla discussione sull’Europa e il MFE che vogliamo e su iniziative da proporre per i prossimi due anni.
Inoltre è un utile occasione per iscriversi al MFE Roma.

L’incontro si terrà presso la sede del MFE Roma.
Per recapiti e info:
http://mferoma.wordpress.com/mfe/

http://www.facebook.com/home.php#!/event.php?eid=153506464697877

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INIZIATIVE A CONFRONTO PER STIMOLARE L’USCITA DALLA CRISI EUROPEA

MOVIMENTO FEDERALISTA EUROPEO

Centri Regionali di Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Lazio e Puglia

Roma, 7 dicembre 2010

In vista del congresso nazionale del MFE – Movimento Federalista Europeo previsto dal 11 al 13 marzo 2011 a Gorizia, i centri regionali sopra menzionati, insieme a tanti altri esponenti della società civile, dell’associazionismo europeista, delle forze politiche, imprenditoriali e sindacali, in definitiva del mondo della politica in senso ampio, hanno pensato di proporre un momento di incontro dal titolo:

 

CONFRONTO TRA MFE – MONDO DELLA POLITICA:

QUALI INIZIATIVE COMUNI PER LA FEDERAZIONE EUROPEA ?

Sabato 29 e Domenica 30 Gennaio 2011

Grand Hotel Adriatico, Montesilvano (PESCARA)

 

L’intento di questo appuntamento è di mettere a confronto, in modo aperto, dinamico e paritario, diversi soggetti che in questi anni si sono ritrovati uniti in alcune battaglie politiche per i diritti, la democrazia e l’attiva partecipazione dei cittadini in Europa.

 

Il format dell’incontro prevede la presentazione di una prima iniziativa concreta da realizzare insieme nei prossimi due anni. A seguito di tale presentazione si aprirà un dibattito che coinvolga il maggior numero possibile di partecipanti, per misurare il grado di consenso, commentare i contenuti e studiare le modalità di attuazione pratiche e possibili azioni congiunte per il successo dell’iniziativa.

Le varie proposte, e il dibattito che ne conseguirà, sarà sintetizzato da un documento finale, il quale verrà sottoposto all’attenzione del Congresso nazionale MFE di Gorizia.

 

Crediamo che questa innovativa formula possa incentivare la “contaminazione” delle diverse realtà che si trovano da anni dalla parte della costruzione di un’Europa democratica, sociale, pacifista e federale. Abbiamo già ricevuto numerose adesioni da vari militanti federalisti, parlamentari e rappresentanti della società civile. Sarà nostra cura far circolare dopo le feste di natale un programma dettagliato con i nomi dei relatori e le relative proposte che saranno dibattuti a Pescara.

Inoltre l’organizzazione, per incentivare la più ampia e attiva partecipazione, può assicurare l’ospitalità in pensione completa a prezzi modici presso la sede dell’incontro contattando direttamente Damiana Guarascio, Presidente del MFE Abruzzo.

 

Vista l’azione politica svolta per la costruzione di un’altra Europa, reputiamo di particolare importanza un’ampia partecipazione all’appuntamento di Pescara, il confronto e l’approfondimento. A tal fine invitiamo chiunque sia interessato, soprattutto se in rappresentanza di una forza politica o di un movimento o di una associazione, a farci pervenire  proposte di iniziative concrete per poterle condividere prima dell’incontro attraverso la diffusione del programma e di ulteriore materiale che, chi voglia partecipare, ritenga opportuno far circolare tra la cinquantina di partecipanti già confermati e i successivi aderenti.

 

Rimango a disposizione per gli opportuni approfondimenti con chiunque, di qualsiasi appartenenza e rappresentanza politica o dell’associazionismo, voglia partecipare.

 

Paolo Acunzo

Vice Segretario nazionale

Movimento Federalista Europeo

mfe@mferoma.eu

Per informazioni sulla sistemazione presso il G.H. Adriatico:

Damiana Guarascio, Pres. MFE Abruzzo

damianaguarascio#tiscali.it


 

 

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Roma, 9 lug. – (Adnkronos) – “Solo agendo come un soggetto politico unitario l’Europa potra’ rispondere alle sfide globali del mondo contemporaneo”. Lo afferma il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato al Presidente del Movimento Federalista Europeo – Centro regionale Lazio, Pier Virgilio Dastoli, in occasione della celebrazione del trentesimo anniversario della creazione del “Club del Coccodrillo”. Lo riferisce l’Ufficio Stampa del Quirinale, in una nota.

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Firma subito l’appello

della TAVOLA DELLA PACE, della Piattaforma delle Ong per il Medio Oriente – Associazione delle Ong Italiane e del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani!

Appello per la PACE!

Prima la strage e il sequestro delle navi della pace. Dopo le condanne. E poi? Ci sono due modi per uscire da questa tragica vicenda. Il primo è quello più ovvio. Che, spenti i riflettori mediatici, tutto continui come prima, con più violenza, odio e tensioni in circolazione non solo nel Medio Oriente. Nel silenzio e nell’inazione generale. In attesa che un altro scontro sanguinoso, più cruento di quelli che continuano tutti i giorni in Terra Santa, desti la nostra attenzione. Fino ad ora è sempre stato così, anche dopo le peggiori tragedie. Il secondo è quello più difficile. Che questo shock convinca i responsabili della politica nazionale e internazionale a dire basta, a mettere fine al blocco di Gaza e all’occupazione e a costringere israeliani e palestinesi a chiudere subito questo conflitto nel rispetto del diritto e della legalità internazionale. E’ tempo di cambiare l’approccio. La situazione è intollerabile e, come abbiamo visto, estremamente pericolosa. Non intervenire seriamente oggi è da irresponsabili perchè siamo e saremo sempre di più coinvolti. Per evitare la catastrofe, è necessario che tutte le donne e gli uomini consapevoli, attivi nella società civile come nelle istituzioni, uniscano i propri sforzi agendo con determinazione, continuità e lungimiranza. Ci sono molte cose che si possono e si debbono fare qui e la: alleviare le sofferenze, difendere i diritti umani, promuovere il dialogo, sostenere le forze di pace, esigere che la Rai metta a confronto le idee e le proposte, premere sui parlamenti e sui governi. L’anno scorso siamo andati a Gerusalemme per vedere la situazione, ascoltare i due popoli e riflettere sulle nostre responsabilità. Pochi giorni fa abbiamo nuovamente marciato da Perugia ad Assisi per rinnovare il nostro impegno per la pace e la giustizia.

Oggi invitiamo tutti a dire:
Io ci sto! E voglio fare la mia parte.

Invia la tua adesione a:

segreteria@perlapace.it

fax 075/5739337

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COMUNICATO STAMPA

A Roma il 4 e il 5 giugno

la prima convenzione dei cittadini europei

su beni pubblici e diritti collettivi


Roma, 25 maggio 2010- Democrazia europea; ruolo dell’Unione europea per la pace nel mondo; interculturalità e inclusione; diritti collettivi: questi i temi che saranno dibattuti venerdì  4 e sabato 5 giugno nelle sale dell’Università degli studi Roma Tre. Organizzata dal Movimento Federalista Europeo (MFE, sezione italiana dell’UEF: Unione Europea dei Federalisti) e numerose altre organizzazioni europee ed internazionali sul modello del Forum Permanente della Società Civile, la convenzione rappresenta il primo esperimento nel suo genere. Il numero di adesioni , quasi 500 in pochi giorni, conferma il forte interesse dei singoli cittadini e del mondo dell’associazionismo ai temi che saranno affrontati.

Convenzione dei cittadini europei

Tra gli interventi in programma si segnalano quello del Presidente del Movimento Federalista Europeo del Lazio, Pier Virgilio Dastoli, del Presidente del Comitato economico e sociale europeo Mario Sepi, del Grante della privacy Franco Pizzetti, del presidente del Centro Europa Ricerche Giorgio Ruffolo, del Presidente dell’associazione giornalisti europei Nuccio Fava, dell’Ambasciatore del Belgio in Italia Jan de Bock, dei presidenti dell’ intergruppo per la costituzione federale europea al Parlamento italiano, On. Sandro Gozi e Sen. Roberto di Giovan Paolo.

“L’iniziativa” dichiara Pier Virgilio Dastoli “mira a coinvolgere la cittadinanza in un progetto di ampio respiro. Le voci saranno tante, l’esigenza una sola: chiedere di applicare fino in fondo, aggiornare e soprattutto completare le disposizioni previste dal Trattato di Lisbona.”

“L’ingranaggio europeo” conclude Dastoli “si è chiaramente inceppato. La crisi greca dimostra in maniera inequivocabile come sia impossibile un’unione monetaria senza un’unione economica e che l’una e l’altra non siano possibili senza unione politica.”

“La città di Roma è stata teatro di importanti svolte nella storia europea” dichiara il Vice Segretario nazionale del MFE Paolo Acunzo,“basti pensare alla firma dei trattati firmati nella nostra città il 25 marzo del 1957, che hanno dato il via alla Comunità economica europea e alla Comunità europea dell’energia atomica ed alla firma della Costituzione europea nel 2004 . Ecco perché è importante che società civile e mondo politico italiano ed europeo si confrontino nella nostra città al fine di chiedere all’Europa di agire concretamente per la tutela di quei beni comuni e quei diritti collettivi che solo un’Unione europea dotata di un governo federale potrà garantire”.

Per ulteriori informazioni:
www.diritticollettivi.eu
Relazioni Esterne e Ufficio Stampa :
press@diritticollettivi.eu
diritticollettivi@gmail.com

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Riunione del gruppo di lavoro 1

‘Democrazia europea e partecipazione popolare’

Giovedi 27 maggio 2010 ore 17,30

presso il CIFE

Salita de Crescenzi, 27 (zona Pantheon)  -Roma

Convenzione dei cittadini europei

Sulla base dei contributi già pervenuti si discuterà delle forme di governo piu appropriate per affrontare le crisi in Europa; le migliori forme di partecipazione diretta alla vita democratica europea; come far tesoro dell’iniziativa legislativa dei cittadini accordata nel Trattato di lisbona; come rilanciare le idee di veri partiti europei o di un istituto referendario europeo; e si discuterà di qualsiasi altro aspetto che i componenti del gruppo riterranno opportuno.

Infine si organizzarà la gestione dei lavori della Convenzione  tracciando una bozza di documento del gruppo.

La riunione sarà aperta da una breve introduzione del vice segretario nazionale MFE, Paolo Acunzo e  presieduta da Maria Teresa Di Bella, Pres. MFE-Roma.
Parteciperà il coordinatore della Convenzione, Pier Virgilio Dastoli, Pres. MFE-Lazio.

Per consultare i contributi sin ora giunti, mandarne dei nuovi o iscriversi ai gruppi consultare www.diritticollettivi.eu o scrivere a info@diritticollettivi.eu

La partecipazione alla riunione è aperta a tutti gli interessati.

Si prega di confermare la presenza.

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