Ventotene 2013

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Si è appena concluso il trentaduesimo seminario di formazione “Il Federalismo in Europa e nel mondo” nell’isola di Ventotene. Dall’uno al sei settembre 2013 centinaia di ragazzi hanno partecipato a diverse conferenze e dibattuto a fondo su vari temi tra loro legati e analizzati nello stato attuale e in un’ipotetica federazione europea. Si è in particolare discusso di diritti dei cittadini, crisi economica, politica estera, pace, politica dell’integrazione dei migranti ecc., nell’ottica comune del progetto federalista europeo.
La banda comunale di Ventotene ha segnato l’avvio dei lavori; il sindaco di Ventotene Giuseppe Assenso, l’assessore della provincia di Latina Davide Minchella e il vice presidente dell’istituto Spinelli Gabriele Panizzi, hanno formulato i propri saluti ai ragazzi presenti. Dopo l’introduzione di Alfonzo Iozzo, Direzione dell’Unione Europea dei Federalisti, il governatore della banca d’Italia Ignazio Visco ha presentato ai ragazzi una relazione dettagliata sulla crisi economica e sul debito pubblico.
Nell’ultima giornata sono intervenuti il sindaco di Ventotene Giuseppe Assenzo, il segretario dell’Movimento Federalista Europeo (“MFE”) di Roma Paolo Acunzo, l’assessore alla provincia di Latina Silvio D’arco, ed Eros Brega, coordinatore della conferenza delle Assemblee legislative delle regioni e delle province autonome. Come ultimo intervento, Massimo Contri, direttore dell’istituto Spinelli, ha consegnato al giornalista Michael Braun (corrispondente da Roma di Tageszeitung e direttore della Friedrich-Ebert-Stiftung), il premio giornalistico Altiero Spinelli.
Il seminario è stato articolato in tre fasi principali: la relazione su ciascun tema oggetto di analisi, i gruppi di lavoro e il dibattito in plenaria.
In particolare, i relatori spiegavano l’argomento per dare ai ragazzi gli strumenti e una visione generale del tema; in seguito, i gruppi di lavoro hanno approfondito alcuni aspetti dei temi, per poi porre delle domande ai relatori in una successiva riunione plenaria gestita dai moderatori.
La peculiarità di questo seminario e soprattutto della battaglia federalista, è il diverso modo di far politica che viene alla fine proposto.
Non ci si mobilita per un’ideologia ma bensì per fare in modo che i cittadini europei possano, nell’ambito delle proprie rispettive posizioni politiche e ideologiche, avere cittadinanza e rappresentatività nell’ambito di un più ampio progetto federalista europeo.
Gli Stati Uniti d’Europa sono la conseguenza indispensabile che avrebbe origine dalla formazione di una Costituzione europea, dal riconoscimento e al rispetto sostanziale dei diritti fondamentali e dalla gestione della crisi economica tramite politiche di sviluppo a livello europeo (“agli stati il rigore all’Europa lo sviluppo”). Per far questo, l’Europa ha bisogno di un’unità politica; occorre che l’Europa abbia una sola voce, ad esempio, nell’ambito dei conflitti internazionali.
Esistono i presupposti per una federazione europea, ma adesso le istituzioni europee sono limitate dai poteri decisionali che detengono i singoli stati. Si è parlato, infatti, del principio di sussidiarietà che regola le relazioni tra gli stati membri e le istituzioni comunitarie (enti territoriali, stato, commissione Europea).
Verso la fine della settimana, si è discusso a lungo sulla diffusione dell’idea federalista. Quanto i mass media ne parlano, e in che modo? Come diffonderle in maniera più efficace? E’ stato detto da molti relatori che il problema non è la mancanza d’informazioni corrette sui temi dell’Europa ma la presenza di tante informazioni fuorvianti che rappresentano una visione distorta. Bisognerebbe analizzare come noi giovani federalisti europei possiamo diffondere ai nostri concittadini l’idea di un’Europa federata.
Da qui il tema dell’impegno e della militanza in chiave europeista.
L’MFE non riceve soldi pubblici e non viene finanziato se non tramite i proventi delle attività di tesseramento.
Tutti i relatori hanno fatto notare la necessità degli Stati Uniti d’Europa in questo momento. Spesso si pensa che prima bisogna trattare i problemi all’interno degli stati membri e poi proporre soluzioni di rafforzamento delle istituzioni europee in un’ottica federalista. Dal seminario è emerso esattamente il contrario. Per far fronte ai problemi dei singoli stati bisogna creare una federazione europea maggiormente coesa anche a livello politico, perché proprio grazie a quest’ultima che i problemi, che oramai hanno assunto una dimensione mondiale (che nessuno stato membro può singolarmente risolvere), si affronterebbero nel giusto modo e nella giusta misura.
L’obiettivo è, dunque, uno e concreto: verso gli Stati Uniti d’Europa. Subito.
Eleonora Vasques GFE Roma.

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