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9 MAGGIO FESTA DELL’EUROPA
AL VIA LA CONFERENZA SUL FUTURO DELL’EUROPA
L’UEF insieme al Gruppo Spinelli lancia l’Appello europeo
La nostra Europa federale, sovrana e democratica

Il 9 maggio, giorno della Festa dell’Europa in cui celebriamo la scelta storica compiuta dagli europei nel 1950 e in cui salutiamo con speranza l’avvio della Conferenza sul futuro dell’Europa, l’Unione dei federalisti europei (UEF) lancia l’Appello La nostra Europa federale, sovrana e democratica (www.lanostraeuropafederale.it), sottolineando l’importanza di questo momento storico e delle sfide politiche che l’Unione europea deve affrontare.

“Per le forze che credono in un’Europa federale, sovrana e democratica, questo è il momento dell’impegno e della mobilitazione”, sottolinea Sandro Gozi, Presidente dell’UEF e parlamentare europeo. “La Conferenza è un’opportunità irripetibile per discutere insieme, cittadini e rappresentanti politici, come costruire la nostra Europa, che deve diventare federale, sovrana e democratica. Non dobbiamo sprecarla, serve il massimo coinvolgimento di tutti.”.L’Appello, promosso da Sandro Gozi per l’Unione dei federalisti europei, Brando Benifei per il Gruppo Spinelli del Parlamento europeo, Eva Maydell, in qualità di Presidente del Movimento europeo internazionale, e da membri del Board del Gruppo Spinelli di tutte le famiglie politiche pro-europee, tra cui Guy Verhofstadt, Co-chair per il Parlamento europeo del Board della Conferenza, e due Vicepresidenti del Parlamento europeo, Dimitrios Papadimoulis Fabio Massimo Castaldo, è stato sottoscritto da alcune centinaia di personalità europee, del mondo della politica, dell’accademia, della cultura, del lavoro e dell’impresa, della società civile. Amplissima l’adesione tra i parlamentari europei e nazionali di diversi paesi, tra cui moltissimi italiani di tutte le forze politiche, e da intellettuali di tutta Europa; tra tutti vogliamo ricordare Mario Vargas LlosaJavier Cercas e Daniel Cohn Bendit. In Italia ricordiamo tra i tanti: Mario MontiEnrico LettaMatteo RenziGiuseppe Conte; tra i numerosi parlamentari anche le due vicepresidenti del Senato Anna Rossomando (PD) e Paola Taverna (M5S); Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna e Presidente del CCRE (Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa) e Presidente italiano della sezione nazionale (AICCRE); Antonio Decaro, Sindaco di Bari e Presidente ANCI; Michele De Pascale, Sindaco di Ravenna e Presidente UPI (Unione Province Italiane); Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo, Giuseppe Cassì, Sindaco di Ragusa. Tra gli studiosi Gianfranco Pasquino e Nathalie Tocci (Direttore IAI); e poi i tre Segretari generali di CGIL, CISL, UIL (Maurizio LandiniLuigi Sbarra, Pierpaolo Bombardieri), e il Segretario generale della Confederazione europea dei sindacati (CES), Luca  Visentini.

A seguire il testo dell’Appello con i primi firmatari. La lista completa verrà resa ufficialmente pubblica il 9 maggio sul sito dell’Unione dei Federalisti europei (www.federalists.eu). La raccolta delle adesioni prosegue on line (www.lanostraeuropafederale.it)

 

Pavia, 7 maggio 2021

 

Il quotidiano nazionale La Stampa ha ripreso l’Appello sul suo sito
https://www.lastampa.it/esteri/2021/05/07/news/conferenza-sul-futuro-dell-europa-l-appello-la-nostra-europa-federale-sovrana-e-democratica-1.40243332

Il Trailer del documentario:

Fino al 25 marzo i giovani federalist* da tutta Europa sono in mobilitazione per #democracyunderpressure!
La campagna della JEF Europe – Young European Federalists [JEF] nasce quindici anni fa come Free Belarus Action e nel 2014 diventa uno strumento permanente di denuncia e mobilitazione sui temi della democrazia e dello stato di diritto dentro e fuori i confini dell’UE.
Da quindici anni centinaia di militanti escono nelle piazze e bendano simbolicamente le statue delle loro città. Un gesto che rappresenta l’oppressione di quei governi che oggi violano le libertà e i diritti dei propri stessi cittadini.
A causa della zona rossa abbiamo dovuto limitare le nostre iniziative in città, ma continuiamo ad impegnarci per la realizzazione dei principi democratici e l’affermazione dello stato di diritto anche dalle nostre case.
Il rispetto dei diritti e principi democratici deve essere realizzato sul piano transnazionale contro l’abuso degli Stati che oggi minacciano il presente e il futuro dei propri cittadini. Per questo è urgente creare garanzie e strumenti istituzionali sul piano Europeo e globale. Un reale spazio democratico europeo e in prospettiva globale, uno spazio di diritti in cui nessun cittadino debba sentirsi più in pericolo.
L’Unione europea non sarà in grado di realizzare la democrazia, la giustizia sociale e la pace a lungo termine se non diventerà una federazione democratica in grado di garantire i diritti e le libertà di tutti i suoi cittadini senza compromessi. L’UE, se vuole essere davvero l’erede dell’Europa di #Ventotene di cui ricorre l’80° anniversario quest’anno non può più ignorare le contraddizioni al suo interno, ai suoi confini e nel mondo.

www.jef.eu/dup

Nel dibattito al Senato che ha seguito le comunicazioni del Presidente Draghi in vista del Consiglio Europeo del 25/26 marzo, il senatore Tommaso Nannicini, membro dell’Intergruppo federalista al Senato della Repubblica e iscritto MFE Roma, ha chiesto che l’Italia evidenzi ai partner europei la necessità di procedere verso un’Unione più integrata fino alla costruzione di una sovranità europea:

Grazie Presidente,

Onorevoli colleghe, onorevoli colleghi,

Signor Presidente del Consiglio, membri del governo,

il prossimo Consiglio Europeo riveste un’importanza fondamentale per le cittadine e i cittadini europei stremati e angosciati dalla pandemia e dagli effetti economici e sociali che produce.

L’Unione Europea, rispetto alla crisi finanziaria del 2008 e alla successiva crisi del debito sovrano, quando sbagliammo tempi e modi di risposta a quella duplice crisi, ha dimostrato di esserci, mettendo in campo una risposta forte e coordinata. Ma non possiamo distrarci. Non possono esserci ritardi nell’attuazione di quella risposta.

Vaccini sicuri, efficaci e rapidamente accessibili sono la migliore risposta non solo all’emergenza sanitaria, ma alla recessione e alla crisi occupazionale. È importante che dal prossimo Consiglio escano scelte che rassicurino le cittadine e i cittadini europei del fatto che, grazie al coordinamento europeo, tutti gli stati membri potranno procedere speditamente con i piani vaccinali.

Ma uscire dalla crisi con un’Europa più forte e più giusta — e di conseguenza con un’Italia più forte e più giusta — non dipende solo dai vaccini. Dovremo realizzare, impostandolo già oggi, un salto di qualità nella costruzione europea.

Presidente Draghi, nel suo discorso di insediamento, lei ha detto che “sostenere questo governo significa condividere la prospettiva di un’Unione Europea sempre più integrata che approderà a un bilancio comune capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione”. Parole chiare. Nessuno meglio di lei può sapere i limiti di lasciare da sola la politica monetaria nelle risposte alle crisi. Non si tratta di “cedere sovranità”, come troppe volte abbiamo detto nella nostra retorica, ma di costruire una “nuova sovranità” laddove una sovranità non c’è, laddove gli stati europei da soli non sono in grado di rispondere alle sfide globali che abbiamo di fronte.

È chiaro che tutte le decisioni richieste da un passaggio storico di questo tipo non saranno discusse nel prossimo Consiglio. Ma è importante che fin da ora il governo italiano faccia capire tre cose.

La prima. Che Next Generation EU non è solo la giusta risposta all’emergenza pandemica, ma l’embrione di una possibile futura Unione fiscale, di strumenti di debito e tassazione comuni che permettano di arrivare a un bilancio europeo più forte e a una vera politica fiscale europea che complementi quella monetaria.

La seconda. Che serve una revisione sostanziale del Patto di stabilità e crescita, prima della sua reintroduzione nel 2023, che tenga conto delle conseguenze della pandemia e affianchi alle regole di bilancio criteri di sostenibilità ambientale e sociale, per favorire una crescita sostenuta, sostenibile e inclusiva.

La terza. Che la transizione digitale ed ecologica delle nostre economie non sarà sostenibile se non si ripenseranno gli strumenti di tassazione delle multinazionali, non solo digitali, facendo fare un passo in avanti decisivo allo schema Beps dell’Ocse contro l’elusione fiscale internazionale. E chiedendo scelte coerenti ai nostri partner. È un segnale bellissimo che Biden partecipi a una parte del prossimo Consiglio, rilanciando una nuova stagione di multilateralismo, già inaugurata con il reingresso degli Stati Uniti negli accordi sul clima.

Ma non basta. L’Unione Europea deve chiedere agli Stati Uniti di aderire immediatamente ai Common Reporting Standard, all’accordo multilaterale per lo scambio di informazioni. Senza scambio reciproco e automatico di informazioni non può esserci un sistema equo di tassazione. Il multilateralismo ha bisogno di scelte concrete, non solo di momenti simbolici.

È il momento di costruire un’Europa che non sia solo un mercato unico e una moneta unica, ma una comunità di destino cementata da nuove forme di sovranità. Abbiamo istituzioni europee, un mercato europeo e una moneta europea. Abbiamo bisogno di una politica di bilancio europea, di una cittadinanza europea radicata in alcuni diritti sociali comuni e di uno spazio politico europeo. Di partiti e sindacati europei. Di una discussione politica che prenda le scelte che ci attendono con testa e cuore sinceramente europei.

Lei è la leadership ideale perché l’Italia e l’Europa raccolgano questa sfida. Sfida che non si può vincere in un giorno. Ma che non può essere rinviata. Chiarendo che l’Italia c’è ed è pronta ad andare avanti con chi ci sta. Dopo il “whatever it takes” abbiamo bisogno di un “whoever it takes”: far capire da subito che esiste un nucleo forte di paesi pronti a fare un salto di qualità nella costruzione europea, senza restare prigionieri di bilanciamenti infiniti e soprattutto di veti incrociati.

È il momento di costruire reti, non di porre veti. Buon lavoro.

Il Centro nazionale del Movimento Federalista Europeo ha organizzato il 23 marzo un webinar sul tema di grande attualità del contrasto alla pandemia e della campagna vaccinale, con le relative implicazioni a livello europeo e nazionale, nell’ottica di visione federalista.

Sono intervenuti come relatori:
• Silvio Garattini, Fondatore e Presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri
• Patrizia Toia, Parlamentare europea
• Paola Testori Coggi, Chair, T20 Task Force Global Health and Covid-19 e Special Advisor del National Technological Cluster on Life Sciences ALISEI

Introduzione di Salvatore Aloisio, Movimento Federalista Europeo

Dibattito, con gli interventi programmati di:

– Stefano Castagnoli, Vicepresidente MFE e Primario di Psichiatra
– Massimo Malcovati, Direzione nazionale MFE, già Presidente del Corso di laurea in Medicina, Università di Milano
– Marco Barbetta, MFE di Verona, Direttore sanitario della Pia Opera Ciccarelli

Intervento di David Sassoli, Presidente del Parlamento europeo

Care colleghe e cari colleghi,

in occasione di questa cerimonia, è un giorno speciale per la democrazia europea….Finalmente si parte.

La Conferenza sul futuro dell’Europa sarà un’opportunità unica per tutti i cittadini europei e per la società civile di plasmare il nostro futuro. Abbiamo bisogno di aprire questo cantiere e in questo processo vogliamo mettere al centro i cittadini, la società civile, ma anche i Parlamenti nazionali, le regioni, gli attori locali, le parti sociali, il mondo accademico, i giovani.

Mettendo i cittadini europei al centro di questo processo, consultandoli, coinvolgendoli, nei dibattiti, durante tutta la Conferenza essi avranno la possibilità di affrontare le questioni che sono loro care e noi ci impegniamo ad ascoltare le loro aspettative, le loro preoccupazioni, le loro idee. Ecco perché la Conferenza sarà un evento innovativo, ecco perché può essere un game changer….

L’Europa sta affrontando un momento molto difficile, drammatico, ma la solidarietà che essa incarna e che vuole incarnare non può che essere l’unica risposta a questa crisi. L’Unione sarà al centro della ripresa economica e sociale, così come continuerà ad essere al centro della strategia di vaccinazione. Un approccio unito e solidale rimane l’unico modo per andare avanti; e le aspettative dei nostri cittadini nei confronti dell’Europa sono sempre più forti.

In questo contesto è essenziale a dare all’Europa gli strumenti giusti per rispondere a queste attese, a questa richiesta di solidarietà, per prepararla e preparare la sfida futura. Ecco perché la Conferenza dovrà essere un momento di riflessione per trarre lezioni da questa crisi, ma anche per rafforzare la nostra democrazia. Se l’Europa deve essere in grado di affrontare le questioni globali e adattarsi ad un mondo che cambia, dovrà dotarsi dei mezzi per essere più efficace, più democratica, più flessibile, più resiliente.

E’ urgente rinnovare il nostro patto democratico, rinnovando il legame con la nostra società. Sta emergendo un vero spazio pubblico europeo. La crisi ha rivelato una vera e propria europeizzazione dell’opinione pubblica. La convinzione della nostra unità e la consapevolezza di un destino comune sono ormai condivisi dalla maggioranza dei cittadini e dei decisori europei, e si alimentano a vicenda. Ora dobbiamo gettare le basi per un nuovo contratto sociale europeo, rafforzare l’Europa, affinché non soffra più l’emergenza delle crisi che verranno, ma sia dotata degli strumenti strategici e della capacità per essere più resiliente.

Ascoltare, discutere, cambiare l’Europa insieme. E’ ciò che le nostre tre istituzioni si sono impegnate a fare oggi, lanciando la Conferenza sul futuro dell’Europa il 9 maggio prossimo. Ma soprattutto oggi siamo fermamente impegnati a garantire il seguito concreto delle raccomandazioni e delle conclusioni che la Conferenza produrrà. E’ essenziale che questo esercizio porti ad azioni concrete: cambiamenti legislativi, cambiamenti dei trattati, se questo è desiderato e auspicato. Ci impegniamo a non avere tabù, e a fare in modo che i risultati possano offrire una visione reale del nostro progetto europeo. E’ in gioco la nostra credibilità come rappresentanti delle istituzioni, come rappresentanti dei cittadini. E’ in gioco il nostro futuro e il futuro della nostra democrazia. E ora abbiamo l’opportunità di riscoprire l’anima del progetto europeo e di farla vivere nella contemporaneità.

Invitiamo quindi tutti i cittadini europei a partecipare alla Conferenza, a costruire l’Europa di domani, affinché diventi davvero la loro Europa.

Strasburgo, 10 marzo 2021

 

Oggi il Parlamento europeo ha dato il via libera alla Conferenza sul futuro dell’Europa. Il MFE, insieme all’UEF, accoglie con soddisfazione il raggiungimento di un accordo che finalmente apre l’opportunità di lavorare per una nuova Europa insieme ai cittadini. Per le forze che credono in un’Europa federale, sovrana e democratica è ora il momento dell’impegno e della mobilitazione.

Nel salutare con sollievo l’avvio a lungo atteso della Conferenza sul futuro dell’Europa, il MFE, insieme all’UEF sottolinea l’importanza del momento storico e delle sfide politiche che l’Unione europea sta fronteggiando e ricorda la necessità che la Conferenza sia un momento di confronto per permettere ai cittadini, alla società civile, alle forze del lavoro e dell’impresa, insieme agli esponenti delle istituzioni nazionali ad europee, di confrontarsi e decidere come procedere per adattare le nostre istituzioni in modo da completare la costruzione di un’Europa federale, sovrana e democratica.

Nei momenti storici di grande svolta, le comunità devono essere in grado di adattare le loro istituzioni, se vogliono governare i nuovi processi ed evitare di cadere in un declino irreversibile” dichiara Sandro Gozi, Presidente dell’UEF e parlamentare europeo. “E’ quello che dobbiamo fare oggi nell’Unione europea: rendendo permanente lo strumento del Next Generation EU e creando un bilancio federale, affinché l’UE possa condividere con gli Stati membri la sovranità fiscale; e acquisendo nuove competenze, estendendo la procedura legislativa ordinaria, nel campo della salute, della politica economica, della politica estera e della difesa, per rendere l’Europa leader globale nella difesa dei valori fondamentali e dello stato di diritto, modello di una transizione ecologica socialmente sostenibile e attore globale per un nuovo multilateralismo”.

Per questo la Conferenza deve poter discutere senza tabù non solo quali politiche europee devono essere rafforzate, ma anche quali riforme dei Trattati sono necessarie per dotare l’UE degli strumenti necessari per agire con efficacia e incisività”, prosegue Domenec Ruiz Devesa, Vicepresidente dell’UEF e parlamentare europeo.

A questo proposito sarà fondamentale anche la riforma del sistema elettorale europeo, per uniformarlo, creare circoscrizioni pan-europee con le liste transnazionali, avviando la nascita di un vero spazio politico e di dibattito pubblico europeo”, conclude Sandro Gozi. “Ora è il momento del confronto e dell’azione, anche per superare i limiti della governance della Conferenza, che il Consiglio ha voluto indebolire con il principio del consenso che rende difficile raggiungere conclusioni efficaci. Serve un fronte comune di tutte le forze che credono in un’Europa sovrana e democratica, nel Parlamento europeo, nei Parlamenti e tra i governi nazionali, nella società civile. Si apre un processo che noi crediamo debba portare a costruire l’Europa federale di cui abbiamo bisogno. E Il tempo per farlo è ora: ora o mai più. Non sprechiamo questa opportunità”.

Il Centro nazionale del Movimento Federalista Europeo ha organizzato un dibattito sul tema della questione dei migranti che sono bloccati in condizioni disumane ai confini dell’UE, sulle implicazioni in termini di valori e principi promossi dall’integrazione europea e su strumenti e competenze ancora prettamente intergovernativi in questo settore.

L’MFE ha organizzato un incontro con europarlamentari che hanno visitato il campo al confine tra Croazia e Bosnia.

Introduzione: Sandro Gozi, Presidente dell’UEF e parlamentare europeo
Testimonianze e interventi di:
– Brando Benifei, parlamentare europeo
– Pierfrancesco Majorino, parlamentare europeo
– Alessandra Moretti, parlamentare europea

Coordina: Giorgio Anselmi, Presidente del Movimento Federalista Europeo

Il governo che nasce sotto la guida di Mario Draghi, il terzo nel corso di questa legislatura, dimostra la possibilità che dalla peggiore crisi dal secondo dopoguerra nascano un sistema e una politica in grado di costruire un futuro migliore per il Paese e per il mondoQuesto governo è il frutto della svolta politica dell’Unione europea con il Next Generation EU e dell’impossibilità per l’Italia democratica di rinunciare alla scelta europea; ma è anche la condizione per costruire un’Europa più unita e più forte, in cui gli Stati membri “cedono sovranità nazionale nelle aree definite dalla loro debolezza per acquistare sovranità condivisa”, indispensabile per affrontare le sfide epocali che ci sovrastano.

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Il Governo guidato da Mario Draghi che ha appena ricevuto un’amplissima fiducia dalle due Camere, è il frutto di un percorso in base al quale la crisi provocata dall’emergenza pandemica, insieme alla capacità europea di dare una risposta unitaria forte e solidale, ha portato ad un’assunzione di responsabilità da parte delle forze politiche italiane, chiamate, nelle parole del Presidente del Consiglio, a “rispondere alle necessità del Paese….. perché prima di ogni nostra appartenenza, viene il dovere della cittadinanza”.

Con questo passaggio l’Italia conferma di essere un laboratorio della politica europea, in grado di incubare le tendenze e l’evoluzione della politica “nella vecchia Europa”. Basta ricordare i fatti. Nel momento della maggiore virulenza delle forze sovraniste, mentre l’Unione europea era dilaniata e paralizzata da tensioni interne, il Parlamento italiano eletto nel marzo del 2018 ha espresso, primo tra i Paesi fondatori, un governo ferocemente anti-europeo, sovranista e orgogliosamente populista, la cui forza distruttiva è stata contenuta solo grazie alla fermezza del Presidente Mattarella; poi, dopo le elezioni europee e l’esito del voto nel Parlamento europeo, si sono riaperti i giochi anche in Italia ed è nato un governo che ha scelto con nettezza l’ancoraggio e l’impegno europei, contribuendo positivamente alla svolta dell’Unione, che sarebbe stata impossibile con un’Italia nazional-populista; infine, di fronte alla ineludibile necessità di riforme profonde del nostro sistema Paese e di costruire l’Italia e l’Europa per le prossime generazioni, questo stesso Parlamento ha avuto la forza di esprimere un governo di unità nazionale che segna il ritorno della convergenza delle forze politiche attorno ad un quadro politico democratico condiviso, irreversibilmente ancorato all’appartenenza all’Unione europea e al suo sviluppo. Si tratta di un passaggio assolutamente indispensabile per l’evoluzione in senso positivo dell’Italia e dell’Europa, che le forze politiche devono ora saper confermare e consolidare.

Il programma presentato alle Camere dal Presidente Draghi è pienamente incentrato sulla consapevolezza del valore della sfida cui è stato chiamato per garantire le nostre prospettive future e, insieme, quelle dell’Unione europea. Per questo Draghi ha sottolineato con forza che, mentre si devono affrontare la risposta alla crisi sanitaria, sociale ed economica e si deve procedere all’elaborazione e attuazione del Recovery Plan – anche per dimostrare che la solidarietà europea funziona, e produce convergenza vera, rafforzando l’area euro e il Mercato europeo –, si deve, insieme, giocare in Europa il ruolo storico che compete alla tradizione dell’Italia quale Paese fondatore. “Senza l’Italia non c’è l’Europa” ha sottolineato Mario Draghi; così come “fuori dall’Europa c’è meno Italia” e “non c’è sovranità nella solitudine”. Al tempo stesso è indispensabile che l’Europa possa agire in modo efficace, e per farlo deve essere solida e unita. Come ricordava Draghi da Presidente della BCE, “l’Euro è irreversibile, ma non indistruttibile”. Per questo, sostenere oggi il governo “significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’euro” e insieme “condividere la prospettiva di un’Unione Europea sempre più integrata che approderà a un bilancio pubblico comune capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione”.

Draghi sottolinea che è giunto il momento che gli Stati membri “cedano sovranità nazionale nelle aree definite dalla loro debolezza per acquistare sovranità condivisa”. La creazione di un bilancio federale con una capacità fiscale autonoma europea dovrà necessariamente essere il primo passo, sia per creare lo strumento indispensabile per far convergere e stabilizzare l’area euro, sia per rendere possibile la costruzione di quel “vero governo comune” che deve essere l’obiettivo del processo che si va ad aprire in Europa con la Conferenza sul futuro dell’Europa. Spetta ora alle forze politiche che sostengono il governo rendersi conto della posta in gioco ed essere all’altezza degli impegni che hanno assunto rispondendo positivamente all’appello del Presidente Mattarella.

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