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Una delle ultime interviste nella rubrica “Le grandi novantenni” de La Stampa

Il ricordo del Presidente MFE Roma, Ugo Ferruta

“Purtroppo, da gran donna qual’era, non ha voluto essere da meno di Giscard … e proprio ieri notte se n’è andata anche Gianna Radiconcini.
Militante europeista sin dalla prima ora, fortemente impegnata nel Partito d’Azione e poi nel Partito Repubblicano, per anni corrispondente RAI da Bruxelles e Strasburgo, poi Vicedirettora del GR3 e del TG1. La sua figura, quindi, andava oltre il nostro movimento ma noi federalisti europei la ricordiamo anche come Presidente del MFE Lazio negli anni ’80-’90.
Per quanto mi riguarda, la staffetta partigiana, la donna politicamente impegnata (e negli ultimi anni, persino scrittrice) da tanti conosciuta e ammirata, è stata anche una più care amiche di mia madre, per cui, nella mia mente, i ricordi dei mille congressi e dibattiti e dei tavoli delle raccolte di firme (era il 1988) per il referendum sul mandato costituente al parlamento europeo si sovrappongono a quelli delle gite domenicali con le rispettive famiglie e noi bambini a cantare sui sedili posteriori, o degli anni in cui, molto tempo dopo, osservavo la loro arzilla compagnia di ultrasettantenni godersi le serate discorrendo amabilmente con vista sul lago di Bolsena. Pezzi di un mondo che, con dolore, vedo allontanarsi ma che, in tutte le sue sfaccettature, mi resterà sempre dentro.
Fu lei a invitarmi, correva l’anno 1984, a una conferenza di tale Altiero Spinelli (di cui non avevo mai sentito parlare), avviandomi così all’impegno per l’Europa federale. E se potessi vederla ora, non mi sorprenderei affatto di trovarla intenta a … scansare con fastidio le formalità di rito per poter intervistare quel Valéry Giscard d’Estaing che, avendocelo a tiro, certo non si farebbe scappare (credo, del resto, che lo conoscesse) con la determinazione e la passione che ha sempre avuto per l’Europa, per il giornalismo e per i grandi temi della politica.”

La sezione “Altiero Spinelli” di Roma del Movimento Federalista Europeo (MFE) ha organizzato un nuovo dibattito online (webinar) per discutere il tema della difesa europea, tra vincoli economici e strutturali, ricerca di una comune politica estera e collocazione strategica globale. Dal 2016 ad oggi si evidenziano le grandi potenzialità di sviluppo per la costruzione di una capacità autonoma europea. Le recenti elezioni presidenziali USA ci hanno consentito di aggiornare l’analisi degli scenari futuri del rapporto tra UE e USA, storicamente rilevanti la sicurezza e difesa europea, con una particolare attenzione al ruolo della NATO. Ne abbiamo parlato con Giampiero Gramaglia, giornalista e consigliere dell’Istituto Affari Internazionali, esperto di politica UE e USA, e con due relatori esperti più specificamente di difesa europea, Domenico Moro, membro del Consiglio direttivo del Centro Studi sul Federalismo, e Federico Castiglioni, PhD e ricercatore presso Zanasi&Partners in Security and Defence. L’incontro è stato moderato da Alcide Scarabino, responsabile dell’Ufficio del Dibattito del MFE di Roma.

I video degli interventi introduttivi e delle repliche al dibattito dei realtori:

Giampiero Gramaglia

Domenico Moro

Federico Castiglioni

La diretta integrale dell’incontro:

Giampiero Gramaglia è giornalista, collaboratore tra gli altri de “Il Fatto Quotidiano”. Consigliere dell’Istituto Affari Internazionali (IAI). Già corrispondente da Bruxelles, Washington e Parigi per l’ANSA, ne è stato il direttore (2006-2009). Ha inoltre diretto a Bruxelles l’Agence Europe (2010-2011) e il portale d’informazione europea, EurActiv.it (2012-2015). Nel 2015 è stato vice direttore dell’agenzia di stampa LaPresse. Ha diretto AffarInternazionali.it, il webzine dell’Istituto Affari Internazionali. Autore di libri sulla politica americana, dirige corsi di giornalismo, tra gli altri, alla Ifg di Urbino, ed alla Sapienza. E’ infine presidente di Infocivica e segretario generale dell’EPC.

Federico Castiglioni (PhD) è ricercatore presso la società di consulenza Zanasi&Partners in materia di Security and Defence. Collabora con diverse riviste specializzate nel settore. E’ stato MEP Policy Advisor sulla difesa al Parlamento europeo. Coordina la commissione Affari e Cooperazione dell’Unione Europea del Consiglio Nazionale dei Giovani. E’ stato inoltre membro della direzione nazionale della Gioventù Federalista Europea.

Domenico Moro è membro del consiglio direttivo del Centro Studi sul Federalismo. Pubblicista ed esperto di questioni relative alla difesa europea. E’ membro del comitato federale dell’Union of European Federalists (UEF) e della direzione nazionale del Movimento Federalista Europeo. Già dirigente del Gruppo Fiat e amministratore delegato di società di gestione di servizi pubblici locali, è stato inoltre direttore l’Istituto di Studi Federalisti «Altiero Spinelli». Autore del volume “Verso la Difesa europea” (il Mulino, 2018)

I partecipanti sono potuti intervenire nel dibattito in video e audio attraverso la piattaforma Zoom. Il dibattito è stato successivamente reso visibile sui canali facebook della sezione di Roma.

Nel ventennale della sua morte ricordiamo Antonio Russo, militante federalista europeo, inviato per Radio Radicale, reporter nei teatri di guerra degli anni ’90, trovato morto assassinato il 16 ottobre 2000 in Georgia dove si trovava per raccontare gli orrori e i crimini nascosti all’opinione pubblica mondiale della guerra in Cecenia.

Il Presidente MFE Roma, Ugo Ferruta, amico personale e compagno di lotta lo ha ricordato come “uomo libero e libero intelletto, di grande spessore e cultura”. Di seguito trovate un articolo di Ugo scritto in sua memoria in occasione della sua scomparsa:

IL LUPO ABRUZZESE
ricordo di Antonio Russo*
“Lama di fuoco che taglia il giorno dalla notte mentre una notte rincorre in un carosello di colori un giorno fugace che pigramente si prepara al suo eterno rito. Dai cento occhi dell’aereo la meraviglia di un paradosso si mostra in tutto il suo splendore con l’illusione del partecipare col carro di Fetonte al gioioso rincorrersi di Aurora con Notte. Meraviglia delle estreme lande siberiane, dove il tempo della luce con il buio sembra essere il soffio dell’istante”.
Le aveva scritte nel mio studio all’Università di Bielefeld queste righe, all’indomani di una nottata in pieno stile Antonio Russo e di un paio d’ore di sonno, tante gli bastavano. Tra un congresso e l’altro in angoli diversi dell’Europa, una cornice di tranquillità e il tempo di fermarsi un momento e raccontare ciò su cui aveva indagato e riflettuto.
Si trattava di uno dei suoi primi viaggi-inchiesta, dopo quello a Sarajevo di qualche mese prima di cui però non è restata alcuna traccia scritta, effettuato in occasione di una settimana di incontri sui problemi della Russia e sulle possibilità di un governo mondiale. Una settimana in cui, per raccontarlo ancora con le sue parole, “uno spicchio di mondo era volato in una città universitaria a un’ora e mezzo da Novosibirsk, all’estremo confine del prossimo, per trovarsi nel risiko delle diversità”.
Con quel reportage scritto per la rivista Comuni d’Europa Antonio aveva dunque riaperto la sua carriera nella galassia dell’informazione nella nuova veste di “inviato”, participio passato che, reso necessario dalla mancanza della tessera di giornalista che l’ignavia dei suoi primi datori di lavoro gli aveva precluso, si adattava comunque benissimo alla sua figura.
Era stato il contatto con le organizzazioni europeiste e federaliste europee, tra il ’93 e il ’94, a dargli l’occasione di partecipare ad una serie di incontri che avvenivano un po’ in tutta Europa. Quelle organizzazioni, spesso pioniere nella scoperta di idee e di uomini di cui non sempre apprezzano fino in fondo il valore, gli avevano fornito i pochi mezzi necessari a realizzare i progetti che inevitabilmente avevano preso corpo nella sua testa. La prima missione a Sarajevo ed il soggiorno a Novosibirsk furono i più significativi, i primi contatti diretti con i due mondi, l’ex Jugoslavia e l’ex-Unione Sovietica, che da quel momento avrebbero marcato la sua vita. In entrambi i luoghi egli allacciò una serie di rapporti umani e professionali (non era mai facile in Antonio, vista la passione che lo animava, scindere le due dimensioni). In entrambi i luoghi sarebbe più volte tornato e ne avrebbe fatto la base per ulteriori viaggi alla scoperta di realtà difficili e luoghi d’incontro di culture diverse.
In quella stagione egli trovò anche gli amici con i quali intraprendere un nuovo percorso intellettuale. Amici che lo sostennero, pubblicarono con lui pamphlet e monografie, lo incoraggiarono a rilanciare la rivista di filosofia che aveva fondato anni prima incoraggiato dalla profezia (“sono gli irregolari che fanno le grandi cose”) del fondatore di uno dei maggiori istituti italiani; altri, molti a dire il vero, si appoggiarono a lui; altri ancora, più giovani ma forse più borghesi nell’animo, cercarono di seguirlo nei limiti del possibile. La sua sensibilità fece il resto, e il suo passato di militante radicale gli permise di riaprire il rapporto con la radio per la quale avrebbe poi effettuato le sue corrispondenze più significative e più conosciute.
* * *
Editore in proprio, in gran parte autodidatta, passato dagli studi di veterinaria a quelli di filosofia, uomo dalle mille letture, militante politico, compagno di mille viaggi e di mille congressi, Antonio non è stato solo un giornalista. È stato intuizione ed approfondimento, cultura e senso pratico, ingenuità e scaltrezza, formidabili antenne grazie alle quali era passato attraverso esperienze difficilissime, è riuscito a librarsi come pochi tra dimensioni diverse dell’universo sociale, grazie alla grande carica umana che era capace di trasmettere.
Moderno Socrate, Antonio non ha mai avuto grande facilità o grande motivazione per scrivere, quasi doveva obbligarsi a farlo. La velocità e l’acutezza delle sue intuizioni, il bisogno di non fermarsi mai, lo portavano subito sul campo, dove il racconto e la comunicazione orale prendevano immediatamente il sopravvento. Però ovunque andasse, con chiunque avesse a che fare, nonostante una congenita mancanza di diplomazia, accorciava con grande facilità la distanza e sapeva farsi raccontare da ciascuno un po’ della sua anima e dell’anima del luogo. Poi c’era l’ironia dissacrante, i quadretti e le gags che cuciva anche attorno agli amici come ai grandi nomi, compresi quelli che incontrava in occasione di premi e riconoscimenti.
Non c’era insomma da meravigliarsi se quando arrivavi in un posto ventiquattr’ore dopo di lui lo conoscevano già tutti, e se attorno alla sua figura nascevano leggende metropolitane come quella dell’intervista esclusiva al Generale Lebed ottenuta presentandosi con una cassa di vodka. Parrebbe ancora di vederlo in costume da bagno davanti a Miramare a fermare le macchine dei turisti increduli “un attimo di pazienza, che deve passare il sindaco di Sarajevo” (che infatti si materializzò di lì a poco su un’utilitaria scassata), o nelle fughe in pigiama dall’ospedale in compagnia di un altro paziente per andare a cena in una delle trattorie più vicine, dove ogni tanto incontravano anche i medici ormai rassegnati a non poter arrestare la loro voglia di vivere ad ogni costo.
Nell’affrontare i passaggi più impervi era un lupo solitario, come egli amava descriversi accennando alla regione dove era nato e divertendosi a pensare che altri fossero come lui, ma era anche un elemento trainante di quelli che costruivano la fortuna del branco, e soprattutto un uomo con un forte senso dell’amicizia, un’amicizia che spesso nasceva attorno ad un confronto di idee e si cementava con la voglia di difenderle insieme.
Antonio era viscerale nei dibattiti e nelle polemiche, pronto a smentire con i fatti dogmi e convinzioni di giovani idealisti dal grande futuro ma già un po’ primi della classe che non a caso si sentivano “rovesciata in faccia la verità”. Ma anche sempre pronto a condividere la tavola, le mezze giornate di vacanza rubate tra una missione e l’altra, le discussioni di cucina e le conversazioni letterarie, per tutto ciò amato e sempre ricercato da quelli che apprezzavano la sua grande comunicativa e capacità di ravvivare un ambiente e la sua voce dal timbro che trasmetteva buonumore.
Sarebbe un’impressione sbagliate, leggendo queste righe, quella di credere che Antonio fosse una specie di guru. Non si conoscerebbe la sua modestia, il suo rispetto per il prossimo e la sua disponibilità nei confronti degli altri, che spesso, più concreti e perbene, erano poi loro a capitalizzare. Certo c’è sempre stato l’affetto e con riconoscenza di tutti quelli – è stato sempre sorprendente vedere quanti fossero – che ha sempre sostenuto e aiutato. E poi c’erano quelli che avevano trovato rifugio a casa sua in caso di bisogno, vero o presunto. Arrivavano allora, spesso sotto la pressione dell’incertezza e delle necessità concrete, le lamentele e le scene per essere stato sfruttato e dimenticato, affogate negli eccessi delle sue notti solitarie, eccessivo com’era nei bassi quanto grandioso e magnetico era negli alti. Ma generoso in ogni caso e per principio.
Una delle ultime volte che l’ho visto, poco dopo il suo ritorno da Pristina, ho avuto la netta impressione che in lui ci fosse come una serenità ritrovata. Era contento di poter camminare a testa alta, delle soddisfazioni che sentiva di avere dato agli affetti più cari, sembrava che sentisse che di avere intrapreso una strada e ottenuto dei risultati che davano un senso alla sua vocazione. Non può sfuggirmi allora nel suo racconto da Novosibirsk l’accenno ai versi di Whitman, poeta dell’infinito americano, lo stesso che incita a guardarsi indietro per capire se si è veramente vissuti. E di fronte a tutti quelli che prima e dopo l’accaduto si sono domandati se valeva la pena di fare una vita così dura e rischiosa, non posso impedirmi di pensare due cose: che Antonio, eroe dall’animo antico in un’epoca postmoderna, al contrario di molti ha vissuto veramente; e che aveva ancora molte cose da dire e un mare di autenticità da rovesciarci in faccia.
* * *
C’è da restare folgorati rileggendo oggi quella corrispondenza da Novosibirsk, della sua impressione che sembrava esserci una specie di reticenza di fronte alle domande che faceva e soprattutto di fronte a questo passo: “Lo stesso valga per la situazione cecena, dove spesso le domande che cercavo di fare venivano liquidate con frettolosi giudizi, quali il fatto che i ceceni sono un popolo di guerriglieri dediti al commercio delle armi, al contrabbando, poco inclini a seguire le direttive del governo. Il fatto che in Cecenia si trovi il più alto concentramento di armamenti russi e una presenza nel territorio di organizzazioni di tipo mafioso hanno motivato l’intervento di Eltsin”.
A lui quelle spiegazioni non quadravano: “Posizione alquanto ambigua, visto che fra i più interessati al traffico clandestino delle armi – visti gli ingenti guadagni che ne provenivano – era proprio il governo russo poiché il territorio ceceno strategicamente era una delle migliori vie per il trasporto delle armi. Sembrerebbe che Eltsin abbia perso il controllo della situazione in quanto si erano create delle aree di complicità con organizzazioni mafiose di cui se ne avevano appendici, sempre più potenti, anche a Mosca”.
Convinto che “parte di verità e parte di menzogna hanno da sempre costituito l’anima della politica”, Antonio ha voluto ancora una volta, come nel caso della ex-Jugoslavia, immergersi nel centro della geopolitica, nel labirinto delle umane contraddizioni, e verificare se le generiche ipotesi di Novosibirsk avessero un riscontro fattuale. Questa per chi lo conosceva è semplicemente la conferma che anche il progetto dell’ultima indagine era prima di tutto suo e che veniva da lontano. Gli ci erano voluti anni per realizzarlo, da vero uomo libero e da autentico free lance dell’informazione e della politica, cercando e trovando, con fatica e a caro prezzo, non padroni e committenti, ma sinergie e compagni di un pezzo di strada.
* Scritto poco dopo la sua scomparsa.

Di seguito riportiamo i Comunicati stampa dell’UEF e del MFE e GFE:

PRESS RELEASE
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A NEW START FOR EUROPE

Brussels, Thursday 16th July 2020

UEF President Sandro Gozi delivered to the President of the European Parliament David Sassoli the almost 1200 signatures #iMillexEuropaFederale.

Today the President of the UEF, Sandro Gozi, MEP of Renew Europe, handed over to President David Sassoli the almost 1200 signatures collected by the Italian section of the UEF, the Movimento Federalista Europeo, together with the Gioventù Federalista Europea, on the Appeal A New Start for Europe addressed to the European Parliament. The initiative involved in Italy, between the beginning of June and the beginning of July, exponents at all levels of the political world, academics, representatives of the world of business and labour.

“The Appeal and its signatories are calling for a federal Europe: they are asking the European Parliament to maintain its ambitious position on the new multi-annual budget and the Next Generation EU Fund, they are calling for new own resources in the new Multiannual Financial Framework to develop the creation of a fiscal autonomy of the EU and they are calling for a federal reform of the European Union” explained Sandro Gozi in handing over to President Sassoli the dossier of the Appeal with the list of signatories.  “We have an historic opportunity and responsibility. We must look to the future and to the well-being of European citizens and the next generations by launching a major new plan for economic, digital and ecological recovery and transition, managed by the EU, charging the giants of digital, finance and polluters. The Federalists and the European Parliament are engaged together in this battle”.

END

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Comunicato stampa

Appello del MFE e della GFE al Parlamento europeo
UNA RIPARTENZA PER L’EUROPA
Consegnate dal Presidente dell’UEF, Sandro Gozi,
al Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli le quasi 1200 firme

Oggi il Presidente dell’UEF, Sandro Gozi, membro del Parlamento europeo, ha consegnato al Presidente David Sassoli le quasi 1200 adesioni raccolte dalla sezione italiana dell’UEF, il Movimento federalista europeo, insieme alla Gioventù Federalista Europea, sull’Appello Una ripartenza per l’Europa indirizzato al Parlamento europeo.

L’iniziativa ha coinvolto in Italia, tra l’inizio di giugno e i primi di luglio, esponenti a tutti i livelli del mondo politico, accademici, rappresentanti del mondo del lavoro, del Terzo settore, della cultura, anche semplici cittadini. MFE e GFE lo hanno promosso anche come un contributo che i federalisti offrono al Parlamento europeo per far sentire la vicinanza sui temi europei da parte di chi opera sul territorio

“L’Appello e i suoi firmatari chiedono un’Europa federale: chiedono al Parlamento europeo di mantenere la sua posizione ambiziosa in merito al nuovo bilancio pluriennale e il Fondo straordinario Next Generation EU, chiedono nuove risorse proprie nel nuovo Quadro Finanziario Pluriennale per sviluppare la creazione di un’autonomia fiscale dell’UE e sollecitano una riforma federale dell’Unione europea” ha spiegato Sandro Gozi nel consegnare al Presidente Sassoli il dossier dell’Appello con l’elenco dei firmatari.

Da parte sua David Sassoli, nel ringraziare per l’iniziativa, ha voluto sottolineare come questo punto della creazione di vere risorse proprie autonome europee sia centrale per il Parlamento europeo, e ha raccomandato di mantenere alta la mobilitazione su questa richiesta.

L’Appello e l’elenco dei firmatari sono stati inviati anche al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per sollecitare su questi temi anche l’impegno del governo italiano.

Pavia, 15 luglio 2020
Dossier consegnato al Presidente Sassoli con le  firme raccolte: PDF
Lettera inviata al Presidente Conte: PDF
CONTATTI MFE:
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Il Movimento Federalista Europeo è stato fondato a Milano nel 1943 da Altiero Spinelli insieme ad un gruppo di antifascisti che aveva individuato nella battaglia per la creazione della Federazione europea, cioè degli Stati Uniti d’Europa, lo scopo prioritario della lotta politica per affermare stabilmente nel Vecchio continente la pace, la libertà, la democrazia e la giustizia sociale.
Il MFE non è né un partito né un semplice gruppo di pressione. La sua lotta segue la linea tracciata dal Manifesto di Ventotene (1941). Il MFE vuole unire e non dividere le forze favorevoli all’unità europea e, per garantirsi l’autonomia culturale, politica, finanziaria ed organizzativa, basa la sua esistenza sull’autofinanziamento e sul lavoro volontario dei militanti. Sul piano della lotta politica, il MFE rifiuta la violenza come metodo di lotta politica. Battendosi per la creazione di un nuovo assetto di potere in Europa e non per conquistare dei poteri esistenti, esso non partecipa alle elezioni, né rappresenta interessi corporativi o stabilisce discriminanti ideologiche.
Il MFE rivendica un ruolo costituente del popolo federale europeo e “conduce la sua lotta per la federazione europea, o per il suo primo nucleo aperto a tutti gli Stati che non abbiano partecipato alla sua costituzione, nel quadro dell’Unione Europea dei Federalisti (UEF), di cui costituisce la sezione italiana, e la sua lotta per gli altri obiettivi intermedi e per il suo obiettivo finale nel quadro del Movimento Federalista Mondiale (WFM), di cui costituisce la sezione italiana.” (Art. 2 dello Statuto)
Attualmente il MFE conta più di 90 sezioni distribuite su tutto il territorio nazionale.

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La sezione MFE-GFE Roma ha organizzato un webinar Zoom martedì 16 giugno per la presentazione dell’Appello MFE-GFE “Una ripartenza per l’Europa” rivolto al Parlamento europeo per la raccolta firme con annessa campagna social #iMillexEuropaFederale. L’incontro ha visto intervenire più di venti aderenti all’Appello. Il webinar è andato in diretta sulle pagine facebook MFE Roma e GFE Roma e sull’evento facebook dedicato.

Di seguito le pillole video degli interventi:

Introduzione: Paolo ACUNZO, Vice Presidente MFE

Presentazione Appello:

Luisa TRUMELLINI, Segretaria MFE

Antonio ARGENZIANO, Segretario GFE

Interventi degli aderenti:

  1. Luca JAHIER, Presidente del Comitato Economico e Sociale Europeo (EESC)

2. Claudio MOSCARDELLI, Direzione Nazionale PD, già Senatore

3. Stefano CECCANTI, Parlamentare e Docente universitario

4. Andrea DE MARIA, Parlamentare

5. Stefania SCHIPANI, Presidente Europa: le reti in rete

6. Andrea CASU, Segretario PD Roma

7. Sandra ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute nel Governo italiano

8. Guglielmo CALCERANO, co-Portavoce Verdi – Europa Verde Roma

9. Paolo PONZANO, Collegio europeo di Parma

10. Paolo Maria GROSSHOLZ, Magister Masci e capo scout Agesci

11. Caterina CERRONI, Vice Presidente International Union of Socialist Youth (IUSY)

12. Pierluigi REGOLI, Associazione Futuro Semplice

13. Antonio MUSMECI CATANIA, responsabile relazioni istituzionali Federazione Giovani Socialisti, circolo Rosselli

14. Mario LEONE, Vice Direttore Istituto di studi federalisti “Altiero Spinelli”

15. Irene CARATELLI, Director of the International Relations and Global Politics Program, The American University of Rome

16. Domenico DE MARTINIS, ricercatore

17. Massimo VITOZZI, cittadino europeo di Tor Bella Monaca

18. Roberto DI GIOVAN PAOLO, giornalista, già Senatore

19. Pier Virgilio DASTOLI, Presidente del Movimento Europeo Italia

20. Mario Edoardo SIMMACO, redattore Eutopya

21. Marco D’AGOSTINI, Associazione nazionale Pier Giorgio Frassati

Lettura dei punti principali dell’Appello di Ugo FERRUTA, Presidente MFE Roma

Conclusioni: Ugo FERRUTA, Presidente MFE Roma

Dopo la presentazione al Parlamento europeo delle proposte della Commissione per il nuovo Recovery Plan for Europe, e in vista delle scadenze europee dei prossimi mesi per l’approvazione sia del nuovo Fondo straordinario Next Generation EU, sia del nuovo bilancio pluriennale dell’Unione europea, il MFE, insieme alla GFE, ha avviato un’azione sull’Appello UNA RIPARTENZA PER L’EUROPA di raccolta firme rappresentative del mondo politico, economico, accademico e del terzo settore a tutti i livelli, rivolta al Parlamento europeo.
Si chiede al Parlamento europeo, in quanto unica istituzione che rappresenta direttamente i cittadini europei, di esercitare una funzione di indirizzo e di guida per avviare la trasformazione dell’Unione europea in una unione politica federale, solo modo per rendere permanente la svolta politica prospettata in queste settimane a livello europeo sotto la spinta dell’emergenza della crisi pandemica. In particolare si chiede al Parlamento di attivarsi su tre punti:

  • vigilare affinché la ambizioni espresse nelle proposte della Commissione non vengano svilite da compromessi al ribasso tra gli Stati, respingendo in tal caso l’accordo del Consiglio europeo;
  • battersi affinché le nuove risorse proprie dell’Unione vengano valutate, raccolte e gestite a livello europeo, avviando subito il confronto sull’attribuzione di una competenza fiscale all’Unione europea;
  • guidare il processo delle riforme politico-istituzionali necessarie per costruire l’unione politica, elaborando, e proponendo alle altre istituzioni europee un progetto di Costituzione federale europea in vista del confronto con i cittadini nel quadro del rilancio del processo della Conferenza sul futuro dell’Europa.

La sezione “Altiero Spinelli” di Roma del Movimento Federalista Europeo (MFE) ha organizzato un quarto dibattito online (webinar) per discutere le strategie politiche per costruire il futuro dell’Europa dopo l’emergenza covid-19. In particolare, a seguito della riunione del Consiglio europeo, abbiamo analizzato le proposte delle principali forze progressiste europee per ridare slancio al processo d’integrazione. Ne abbiamo parlato con il parlamentare europeo, Brando Benifei, capo delegazione italiana del Socialists and Democrats Group in the European Parliament, e con l’esponente di primo piano degli European Greens, Monica Frassoni, già parlamentare europeo e co presidente dei Verdi europei. L’incontro è stato moderato e coordinato da Ugo Ferruta, Simone Cuozzo e Monica Didò, Presidente, Segretario e Vice Segretaria della sezione MFE di Roma. Il dibattito ha previsto una programmazione degli interventi/domande. Le prime domande sono state poste da Paolo Acunzo (Vice Presidente Movimento Federalista Europeo) e Diletta Alese (membro del Board esecutivo degli Young European Federalists – JEF Europe), che hanno anche svolto interventi a conclusione del dibattito.

I video degli interventi introduttivi:

Brando Benifei

Monica Frassoni

Interventi conclusivi di:

Diletta Alese

Paolo Acunzo

La diretta integrale del dibattito

Brando Benifei è membro del Parlamento europeo. Ha aderito al gruppo S&D. E’ capo delegazione del Partito Democratico al Parlamento europeo. Alla sua seconda legislatura, si occupa di Mercato interno e digitale, di Affari costituzionali e di Occupazione e affari sociali. Nella precedente ha seguito il Rapporto sull’aumento del prefinanziamento dell’Iniziativa per l’occupazione giovanile ed è stato relatore del Rapporto sull’integrazione dei rifugiati nel mercato del lavoro europeo. Nel 2018 sul tema dell’occupazione e affari sociali è stato eletto Miglior deputato dell’anno. E’ membro del Gruppo Spinelli al Parlamento europeo. E’ inoltre eletto nel Comitato Federale del Movimento Federalista Europeo

Monica Frassoni è un’esponente di primo piano dei Verdi europei. Già parlamentare europea per due legislature consecutive (dal 1999 al 2009). La prima volta nelle liste di Ecolo in Belgio, prima italiana eletta all’estero, la seconda volta con i Verdi italiani. Dal 2002 è stata co-Presidente del gruppo verde al Parlamento europeo con Daniel Cohn-Bendit. Fino al 2019 è stata co-Presidente del partito Verde europeo. Dal 2018 è consigliera comunale di Ixelles (regione di Bruxelles). Presiede ECES, European Center for Electoral Support, nonché il gruppo di imprese e think tanks la European Alliance to Save Energy – EUASE. Dal 1987 al 1989 è stata Secretary General degli Young European Federalists (JEF Europe)

I partecipanti sono potuti intervenire nel dibattito in video e audio attraverso la piattaforma Zoom. Sono inoltre state raccolte domande per iscritto a mfe@mferoma.eu. Il dibattito è stato successivamente reso visibile sull’evento dedicato e sui canali facebook della sezione di Roma.

Adesione del Movimento Federalista Europeo (MFE) alla mobilitazione promossa dall’ Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – ANPI

Il Movimento Federalista Europeo aderisce convintamente alla manifestazione del 25 aprile promossa dall’ANPI. Nel 1941, l’ora più buia dell’Europa, a Ventotene un piccolo gruppo di antifascisti seppe indicare la strada per estirpare dal Vecchio Continente i demoni che avevano condotto alle catastrofi della prima metà del XX secolo. Ma il progetto di Eugenio Colorni, Ada ed Ernesto Rossi, Ursula Hirschmann, Altiero Spinelli si è realizzato solo in parte. Antichi virus, ben più pericolosi di quello che ci costringe a restare chiusi nelle nostre case, stanno tornando prepotentemente sulla scena: nazionalismo, xenofobia, razzismo, intolleranza, totalitarismo. Come ha scritto Bertolt Brecht: “Occorre agire, non parlare. Questo mostro stava per governare il mondo! I popoli lo spensero, ma ora non cantiamo vittoria: il grembo da cui nacque è ancora fecondo”. La Resistenza non è finita. Bisogna portare a compimento il progetto dei Padri fondatori.

Video “La Resistenza non è finita”

Video “L’Europa come comunità di destino”

Seguiteci in diretta facebook su questa pagina oggi alle 17.30, un 25 aprile per #lanostraeuropafederale

La sezione “Altiero Spinelli” di Roma del Movimento Federalista Europeo ha organizzato un terzo dibattito online (webinar) per discutere i riflessi economici della crisi sanitaria. In particolare ci siamo concentrati sugli strumenti più efficaci ed innovativi da attivare per far fronte all’emergenza, in vista della riunione del Consiglio europeo del 23 aprile, e nella prospettiva di un rilancio, non solo su basi economiche, del progetto europeo. Ci siamo avvalsi della preziosa competenza ed esperienza dell’On. Pier Carlo Padoan, già Ministro dell’Economia e delle Finanze del governo italiano. Un punto di vista esperto con un approccio federalista è stato inoltre offerto dal Prof. Alberto Majocchi, Vice Presidente del Centro Studi sul Federalismo. L’incontro è stato moderato e coordinato da Ugo Ferruta e Simone Cuozzo, Presidente e Segretario della sezione di Roma. Il dibattito ha previsto una programmazione degli interventi/domande. Le prime domande sono state poste dai giornalisti Giampiero Gramaglia (Istituto Affari Internazionali – IAI, editorialista Il Fatto Quotidiano) e Dino Pesole (editorialista Il Sole 24 ORE), che hanno accompagnato l’incontro con interventi di commento.

Gli interventi iniziali di Pier Carlo Padoan e Alberto Majocchi

La diretta integrale dell’incontro

Pier Carlo Padoan è membro della Camera dei Deputati dal 2018. Siede nel gruppo del Partito Democratico. E’ un componente della Commissione parlamentare V (Bilancio, Tesoro e Programmazione). Dal 2014 al 2018 Ministro dell’Economia e delle Finanze per il governo italiano. Dal 2007 al 2014 è stato Vice Segretario Generale dell’OCSE. Dal 2009 anche Capo Economista della stessa organizzazione. Dal 2001 al 2005 è stato Direttore Esecutivo italiano al Fondo Monetario Internazionale. Dal 1998 al 2001 è stato Consigliere Economico dei Presidenti del Consiglio Massimo D’Alema e Giuliano Amato, con incarichi di politica economica internazionale. Ha svolto incarichi di consulenza per la Banca Mondiale, la Commissione Europea e la Banca Centrale Europea. E’ Professore emerito di Economia presso Sapienza Università di Roma.

Alberto Majocchi è Professore emerito di Scienza delle Finanze all’Università di Pavia. E’ Vice Presidente del Centro Studi sul Federalismo. Membro del Comitato Scientifico dell’Ufficio Parlamentare del Bilancio. Dal 2003 al 2010 è stato Presidente dell’ISAE – Istituto di Studi e Analisi Economica (Roma). Ha svolto attività di consulenza in tema di tassazione ambientale presso l’OCSE e la Commissione Europea. Nel 1995 è stato Consigliere economico del Ministro dell’Ambiente nel governo italiano. Nel 1994 ha collaborato alla stesura del Libro bianco sulla riforma fiscale presentato dal Ministro Tremonti. Nel 1993 ha collaborato come esperto per la Commissione europea per il Rapporto sulla finanza comunitaria nella prospettiva dell’Unione economica e monetaria. Dal 1970 al 1980 e dal 1987 al 1989 è stato Segretario nazionale del Movimento Federalista Europeo.

I partecipanti sono potuti intervenire nel dibattito in video e audio attraverso la piattaforma Zoom e ponendo domande per iscritto nella chat della diretta facebook sull’evento dedicato. Sono inoltre state raccolte domande per iscritto a mfe@mferoma.eu. Il dibattito è stato reso anche visibile in live streaming sulla pagina facebook del MFE Roma e della GFE Roma.

Il dibattito si è svolto nella giornata dell’informativa a Camera e Senato del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Nel dibattito parlamentare alla Camera, il Presidente dell’Integruppo federalista alla Camera, Bruno Tabacci ha presentato un Memorandum al governo promosso dal Movimento Federalista Europeo e dall’Intergruppo, sottoscritto da una cinquantina di parlamentari delle due Camere.

 

La sezione “Altiero Spinelli” di Roma del Movimento Federalista Europeo ha organizzato un secondo dibattito online (webinar) per discutere le decisioni prese nel corso dell’ultima riunione dell’Eurogruppo ed in vista di futuri vertici ai vari livelli in Europa per organizzare una road map per l’uscita dalla crisi. Prevarrà la consapevolezza di far parte di una “comunità di destino” o si riaffermeranno ancora una volta gli egoismi nazionali? Ci siamo fatti aiutare nell’analisi da Sandro Gozi, parlamentare europeo e Presidente dell’Unione Europea dei Federalisti. Ne hanno dicusso con lui con lui Paolo Acunzo, Vice Presidente MFE e Michael Braun, corrispondente in Italia di “Die Tageszeitung”. L’incontro è stato moderato da Ugo Ferruta, Presidente della sezione di Roma.

Sandro Gozi è membro del Parlamento europeo. Eletto alle elezioni Europee del maggio 2019 nella lista francese ‘Renaissance’. Ha aderito al gruppo parlamentare Renew Europe. Dal 2018 è Presidente dell’Union of European Federalists. Nel 2019 è stato “chargé de mission” per gli Affari europei nel governo francese. Dal 2014 al 2018 è stato Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle politiche europee per il governo italiano.

Michael Braun è giornalista e politologo. Dal 1996 è corrispondente in Italia del quotidiano tedesco “Die Tageszeitung” e della radio pubblica tedesca ARD. E’ stato autore di diversi libri sulla politica e sul sindacato italiano. E’ consigliere scientifico alla Fondazione Friedrich Ebert-Stiftung a Roma. Nel 2013 ha ricevuto a Ventotene dall’Istituto di studi federalisti il premio giornalistico “Altiero Spinelli”

Paolo Acunzo, Vice Presidente nazionale MFE, è esperto di politiche europee con esperienze professionali presso istituzioni comunitarie ed enti nazionali. Attivista politico in varie forze progressiste europee, è responsabile MFE per le relazioni con partiti, movimenti e associazioni dei cittadini

I partecipanti sono potuti intervenire nel dibattito in video e audio attraverso la piattaforma Zoom e ponendo domande per iscritto nella chat della diretta facebook sull’evento dedicato. Il dibattito è stato reso anche visibile in live streaming sulla pagina facebook del MFE Roma.

La presentazione del dibattito di Ugo Ferruta

Le relazioni introduttive:

Sandro Gozi

Michael Braun

Paolo Acunzo

L’intervento conclusivo di Braun

La diretta integrale dell’incontro

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